L’Osservatorio Smart Working ha stimato che al termine della pandemia le organizzazioni prevedono un aumento degli smart workers rispetto ai numeri registrati negli ultimi diciotto mesi. Il perdurare dell’emergenza sanitaria e i lunghi periodi di lavoro forzato da casa hanno avuto però anche ripercussioni negative. È diminuita la percentuale di smart workers pienamente ingaggiati (cioè legati all’azienda e attaccati al proprio lavoro, oltre che soddisfatti), che è passata dal 18% al 7% restando comunque, seppur di poco, superiore a quella degli altri lavoratori inseriti in organizzazioni tradizionali, pari al 6%. – continua sotto –
Il tecnostress (cioè gli impatti negativi a livello comportamentale o psicologico causati dall’uso delle tecnologie) ha interessato un lavoratore su quattro, in misura maggiore smart workers (28% contro il 22% degli altri dipendenti), donne (29% contro il 22% dei colleghi) e responsabili (27% contro il 23% dei collaboratori). Alcuni possibili effetti negativi del tecnostress sono il peggioramento dell’equilibro tra vita privata e lavoro, dell’efficienza e l’overworking (ovvero dedicare un’elevata quantità di tempo alle attività lavorative trascurando momenti di riposo), che ha coinvolto il 13% dei lavoratori e in misura maggiore gli smart worker degli altri lavoratori (17% contro 9%), le donne degli uomini (19% contro 11%) e i manager rispetto ai collaboratori (19% contro 9%).
Alla luce di tale scenario MeglioQuesto, in collaborazione con Relief, primo pronto soccorso psicologico per le emergenze emotive e il benessere quotidiano, propone 5 consigli utili per supportare gli smart worker, in un clima psicologico ottimale. Strategie particolarmente efficaci e già sperimentate dai dipendenti di MeglioQuesto nel più ampio progetto di smart-welfare che offre ai oltre tremila collaboratori del gruppo l’accesso gratuito al servizio digitale di pronto soccorso e supporto psicologico. L’obiettivo è aiutare i lavoratori a organizzare meglio il tempo e modulare le emozioni per ottenere una più efficace separazione degli ambiti personali da quelli produttivi, a vantaggio di entrambi.
Le tecniche proposte vanno dalla gestione del tempo e dei task, alla la regolazione delle emozioni attraverso verbalizzazione, ventilazione, rilassamento posturale e rilassamento immaginativo. Alcune tra le modalità più efficaci che, in pochi minuti, portano i lavoratori a ottenere un buon risultato replicabile, poi, attraverso gli esercizi che vengono somministrati tramite l’app messa a punto da Relief. – continua sotto –
Così, mentre il Paese si prepara all’approvazione del “Protocollo nazionale sul lavoro agile nel settore privato”, MeglioQuesto offre alcuni trucchi del mestiere dedicati proprio gli smart workers:
Organizza il lavoro – Il capo è lontano, la sua pressione cambia e spesso ti viene da posticipare l’esecuzione di compiti non avendo più quell’elemento esterno eufemisticamente motivante. Allora conviene dividere il compito generale da eseguire in un insieme di compiti più piccoli, altrimenti è come se mancasse la motivazione per iniziare a fare le cose, con la manifesta tendenza a procrastinare. Così i compiti più piccoli eseguiti uno dopo l’altro ci portano all’obiettivo finale e ci permettono di fare poca fatica alla volta e di incassare tante microsoddisfazioni.
No al multitasking – Non sei un computer, sei un cervello e un cervello non funziona in multitasking, perché quando lavoriamo in smart-working la tentazione di avviare più esecuzioni contemporaneamente va tenuta a bada, altrimenti ti sovraccarichi e ti bruci o ti esaurisci. Il nostro cervello tollera un compito per volta: se vuoi fare bene le cose ne devi fare una alla volta. Quando fai qualcosa di nuovo o di impegnativo il tuo cervello è lì che esplora, tenta, ritenta, controlla, prevede e questa serie di operazioni è ad alto consumo energetico, cioè il sistema ottimizza i consumi cercando di automatizzare i processi per quegli eventi e quei compiti che si svolgono in maniera più prevedibile dedicandosi all’esplorazione delle cose nuove. Se tu ne fai troppe, ti riempi completamente il cervello di attività e, come succede con un computer che apre troppe finestre, va in loop, si blocca. – continua sotto –
Rilassa la mente – La meditazione clinica è uno strumento importante per allenare le capacità attentive. La focalizzazione della mente quando si concentra su qualcosa è accompagnata di solito da un buon rilassamento del corpo e anche da un momentaneo disinteresse per le divagazioni. Insomma un’attività di attenzione che deve essere gentile, non forzata, pensata come tempo che tu dedichi a te stesso. È un buon modo per allenare la tua attenzione e contemporaneamente per perseguire con maggiore facilità i tuoi obiettivi.
Trova i tuoi spazi – Lo spostamento fisico da casa al luogo di lavoro e viceversa non succede più. Ed era molto importante perché quello spostamento facilita il cambiamento di maschera, cioè il cambiamento di ruolo. Allora possiamo correre ai ripari andando a lavorare fuori casa, se si può. Se sei così fortunato da avere a disposizione un altro ambiente usalo. Se il clima ti permette di stare all’esterno, fallo. Oppure costruisci un ambiente domestico specificamente dedicato al lavoro così, quando finisci, finisci davvero.
Dedicati tempo – Costruisciti una bolla di spazio e tempo dedicate a te. Venti minuti al giorno in cui esisti solo tu e puoi fare movimento fisico, tecniche di rilassamento, chiacchiere con gli amici. Usala come decompression, chillout, tra il lavoro e la vita domestica. È buona prassi, inoltre, stabilire orari precisi di lavoro con stop assoluto a fine giornata e con momenti di svago e di movimento a intervalli regolari durante il giorno, tipo 10 minuti ogni ora e mezza e un sonno continuativo di notte. Nel weekend è fondamentale staccare. Magari non è sempre possibile fare cose incredibili, ma basta che tu faccia cose che ti piacciono o anche solo che ti riposi e che muova un po’ il corpo.