Gricignano, il biodigestore si allontana: pareri negativi prevalgono in conferenza servizi, si attende ultima seduta

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – Un importante parere negativo che potrebbe spazzare via l’incubo del biodigestore da Gricignano. E’ quello del consorzio Asi Caserta che, nel corso della lunga e dibattuta conferenza di servizi tenutasi oggi, ha rigettato la richiesta di assegnazione del lotto di terreno nella zona industriale “Aversa Nord”, sul territorio di Gricignano, presentata dalla società “Ambyenta Campania Spa”. – continua sotto –

Contrari all’impianto di “biometano da Forsu” anche il Comune, insieme alla Provincia e alla Soprintendenza, queste ultime due sulla base della non assegnazione dell’Asi. Così come la Regione che ha espresso sì parere positivo per la Via (Valutazione di impatto ambientale) ma, allo stesso tempo, ha dato parere negativo al rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), e di conseguenza dell’Autorizzazione Unica, sempre a fronte del “no” dell’Asi. Positivi i pareri di Asl, Arpac e Genio Civile. Alla fine, dunque, il parere prevalente è stato negativo. Ma c’è l’ultimo scoglio della seduta finale – fissata per venerdì 11 febbraio, alle ore 10.30 – nella quale Ambyenta potrà presentare le proprie controdeduzioni. I legalità della società hanno manifestato il proprio dissenso e ritenuto illegittima la posizione espressa dalla conferenza.

Tra le motivazioni che hanno spinto l’Asi a negare l’assegnazione del suolo (di proprietà della società immobiliare “Grecini” e ceduto ad Ambyenta tramite un compromesso di compravendita) non c’è la conformità tecnico-urbanistica ma l’impatto “sociale” che il biodigestore avrebbe su tutto l’agglomerato industriale. Impatto legato al coefficiente di rischio economico potenzialmente negativo del progetto. A tal proposito, nel suo parere, il comitato direttivo dell’Asi ha rilevato “criticità” legate al potenziale avvio nella zona industriale “Aversa Nord” di attività di gestione e trasformazione di rifiuti. Criticità rilevate da Comune, comitati civici e anche, sottolinea l’Asi, “da titolari di numerose attività produttive già da tempo insediate” che, “in ragione della tipologia di attività esercitata, hanno paventato la concreta possibilità di cessare le attività in area industriale”. Senza dimenticare dei potenziali risvolti negativi che si potrebbero avere sui territori limitrofi, caratterizzati, anche, da insediamenti abitativi e ricettivo-turistici.

Su cinque punti si è basato il parere negativo del Comune di Gricignano depositato dal sindaco Vincenzo Santagata. In primis, la proposta progettuale è ritenuta “non conforme alla destinazione urbanistica dell’area all’interno del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale, ndr.) come formata dall’articolo 42 delle Nta (norme tecniche di attuazione) dello stesso piano territoriale”. Inoltre, per il Comune, la stessa proposta “non è coerente con le prescrizioni impartite nell’ambito della Variante normativa all’articolo 10 delle Nta del Piano regolatore generale di Gricignano (adottata con deliberazione della Giunta Comunale del 16 giugno 2021), improntata alla definizione di opportune prescrizioni e limitazioni necessarie a garantire il rispetto del principio di prossimità e del concetto di ‘filiera corta’, al fine di ridurre gli impatti e le interferenze legate, tra le altre cose, al trasporto del combustibile, come pure quelli generati dall’impatto cumulativo creato dalla prossimità di impianti analoghi”.

Rilevata, poi, la “mancanza, nell’ambito dello studio di impatto ambientale, di valutazione in riferimento alle possibili alternative di localizzazione dell’impianto consente di affermare che il proponente non ha fornito alcuna dimostrazione che il sito prescelto costituisca la migliore tra le possibili alternative di localizzazione, anche in ragione alla particolare vulnerabilità e sensibilità sotto il profilo ambientale ovvero che le caratteristiche tecnologiche e le dimensioni dell’impianto siano compatibili con le caratteristiche del sistema territoriale di riferimento”. Ancora: “L’assenza di idoneo studio sostenuto anche da prove in situ e rilievi, atto a dimostrare che l’impermeabilizzazione dell’area non comporterebbe l’incremento delle condizioni di rischio e vulnerabilità evidenziate dal Piano Provinciale ovvero a definire idonee misure di mitigazione del rischio; l’assenza di qualsivoglia previsione da parte del proponente di interventi di mitigazione impatti, anche in ragione della presenza di un importante corridoio ecologico in corrispondenza del sito di intervento)”.

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