Avrebbe buttato 120 dosi di vaccino, invece di somministrarle, permettendo a 73 persone di ottenere il Green pass, il medico arrestato stamattina dai carabinieri di Ascoli Piceno. Per il professionista è stata predisposta la custodia cautelare in carcere con le accuse di peculato, per le 120 dosi vaccinali ritirate dal Centro Asur (Azienda sanitaria unica regionale) di Ascoli Piceno delle quali si sarebbe appunto disfatto, e falso in atto pubblico per 150 attestazioni di avvenuta somministrazione che si ritiene non avvenuta. – continua sotto –
Non solo, ma è indagato per tentata truffa aggravata ai danni dell’Asur dato che per ogni dose somministrata il medico viene pagato. In questo contesto, dunque, il rilascio da parte del ministero della Salute di 73 Green pass a questo punto non sarebbe valido e infatti i certificati sono stati sequestrati. Intanto, una delle 73 persone che hanno ottenuto il certificato è agli arresti domiciliari poiché si ipotizza il reato di falso in concorso col medico, dato che avrebbe fatto da intermediario tra il dottore e gli altri pazienti che non si sono fatti somministrare il vaccino. E anche su di loro pende l’accusa di falso in concorso.
Nella stessa operazione i carabinieri hanno eseguito 15 perquisizioni con sequestro di telefoni cellulari e di altro materiale che si ritiene utile per la ricostruzione degli esatti confini della vicenda. Le indagini, spiegano i militari dell’Arma piceni, è nata da alcune anomalie nelle modalità di vaccinazione seguite dal medico, anomalie rilevate dalla stessa Asur. Per cominciare, il numero di somministrazioni fatte dal dottore erano molte di più di quelle fatte dai colleghi convenzionati. Le persone immunizzate, poi, non erano assistiti del medico e in certi casi arrivavano da fuori regione. Infine, i tempi per l’inserimento delle attestazioni di avvenuta vaccinazione nel sistema informatico del ministero della Salute erano stranamente ritardati. Da qui le indagini dirette dalla Procura tra settembre e dicembre che hanno portato a osservazione e pedinamenti, riprese video e acquisizioni di documenti per verificare se nelle ore successive al ritiro delle dosi (e quindi nei tempi prescritti) il medico procedesse alle inoculazioni.
L’attività, aggiungono i carabinieri, ha premesso di raccogliere “gravi elementi per ritenere che le 120 dosi prelevate dal medico tra la fine di settembre e i primi di dicembre non siano state somministrate” e che quindi i Green pass siano falsi. Nei prossimi giorni il medico e l’altra persona che ora è ai domiciliari saranno interrogate dal giudice. IN ALTO IL VIDEO