Si indaga sull’omicidio del 42enne Salvatore Capone, avvenuto nella notte di Capodanno a Napoli. L’uomo, intorno alle 3, è stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco mentre si trovava nel Rione Lauro del quartiere Fuorigrotta, in via Leopardi. Ad indagare sono gli agenti del commissariato di Polizia San Paolo. – continua sotto –
Il luogo dell’agguato non è lontano da quello dove lo scorso 23 dicembre venne ferito in pieno giorno, davanti al suo bar, il boss Vitale Troncone, ancora ricoverato in ospedale. Non si escludono legami con quest’ultimo episodio e con un precedente agguato mortale che, la sera dell’11 novembre, ebbe come vittima Andrea Merolla.
Capone era ritenuto vicino al gruppo criminale Iadonisi, egemone nella zona dello stadio Maradona, e in contatto con i clan Esposito e Licciardi, in particolare col boss di Bagnoli Massimiliano Esposito, detto “o scognato”, tanto che durante la sua latitanza era lui che ne gestiva il cellulare per le “comunicazioni urgenti”. Nel 2018 era stato arrestato per detenzione illegale d’arma mentre accompagnava il boss Cosimo Iadonisi, all’epoca sorvegliato speciale, a firmare in commissariato.
L’uccisione del 42enne sarebbe quindi legata alle tensioni nate dallo scorso ottobre tra il clan del Rione Lauro e i Troncone dopo un violento pestaggio subìto da due uomini vicini agli Iadonisi. Da lì un botta e riposta con l’omicidio di Merolla, nipote di Vitale Troncone, e il tentato omicidio di quest’ultimo; poi l’agguato a Capone.