La Direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bologna, nei confronti di un imprenditore operante nel settore dell’edilizia in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Liguria. – continua sotto –
Il Tribunale felsineo, a seguito delle risultanze d’indagine, corroborate anche dall’importante contributo di alcuni collaboratori di giustizia che lo indicano quale soggetto appartenente al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano e pienamente partecipe dell’attività criminosa della consorteria, ha ritenuto sussistere un adeguato compendio indiziario che ha consentito di accertare, a carico del proposto, un giudizio di pericolosità sociale di tipo “qualificato”.
I vari ed eterogenei elementi acquisiti collocano il soggetto quale indiziato, sin dalla metà degli anni ‘90, di appartenere ad una cosiddetta “batteria delle giovani leve” della ‘Ndrangheta, autrici di violenti atti predatori e contro il patrimonio, per poi giungere di recente ad esercitare il ruolo di imprenditore mafioso a disposizione della consorteria emiliana. Le indagini hanno, infatti, consentito di rilevare come il proposto mettesse le proprie ditte e società (spesso intestate a compiacenti prestanome, secondo la consolidata strategia della cosca) a disposizione degli interessi della ‘Ndrangheta per l’esecuzione di lavori edili finalizzati all’infiltrazione nell’economia locale e nazionale, e per il compimento di operazioni di falsa fatturazione, finalizzate all’arricchimento della consorteria mafiosa e dei vari sodali.
Il provvedimento, emesso su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Bologna e del direttore della Dia, ha riguardato 5 società con i relativi compendi aziendali, 6 beni immobili, 2 autovetture e numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro. IN ALTO IL VIDEO