Aversa (Caserta) – Ancora polemiche sull’ampliamento dell’isola ecologica in via Cappuccini. La premessa d’obbligo è che la scelta di quel suolo viene da lontano, dal 2011, con l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Mimmo Ciaramella che acquistò quel suolo per tale scopo. – continua sotto –
Da allora sono trascorsi oltre dieci anni e tanta acqua è passata sotto i ponti. Sono cambiati tanti obiettivi e, soprattutto, è passato il ragionamento del consumo di suolo zero. Un concetto che significa solo una cosa e non si presta a bizantinismi: non bisogna realizzare altro rispetto a quello che c’è. Un concetto che l’attuale amministrazione, almeno a parole, ha fatto proprio. Un concetto che il sindaco Alfonso Golia e i suoi seguaci disattendono a piè sospinto. Glielo ha ricordato, in occasione di una delle ultime sedute del consiglio comunale, il grande vecchio della politica aversana, Peppe Stabile: «A pizzichi e a morsi, come si dice dalle nostre parti, ossia un poco alla volta, nonostante un piano urbanistico comunale in itinere, in ogni seduta di consiglio comunale non fate mancare qualche variazione di destinazione d’uso senza che vi sia allegata alcuna relazione urbanistica». «Non capisco – ha continuato – perché non si approva il Puc. Anzi, lo capisco sin troppo bene, scatterebbero le norme di salvaguardia e non potrebbero essere fatti altri giochi».
Lo stesso Stabile ha ricordato degli esempi concreti: l’autorizzazione all’università “Vanvitelli” per realizzare strutture didattiche ed altro nell’area della ex fiera settimanale, un’altra ad una scuola per la realizzazione di strutture scolastiche di base, l’ampliamento dell’isola ecologica di via Cappuccini. A proposito di quest’ultima c’è chi ha segnalato che ci sarebbe un problema serio se si vuole rispettare la legge e consentire l’ampliamento dell’attuale centro di raccolta. L’area sarebbe inedificabile per espressa previsione del piano territoriale di coordinamento provinciale. L’articolo 44 prevede questa zona quale «Area complementare alla città». Insomma, la delibera approvata a maggioranza in occasione della seduta di consiglio comunale di mercoledì scorso, sarebbe un esempio di altro consumo di suolo vietato. Una circostanza che avrebbe dovuto essere rilevata (se sussistente) dal dirigente del settore urbanistica.
Ma di questo ampliamento non sono convinti nemmeno in seno alla maggioranza. Non a caso si è dovuto ricorrere ad un emendamento della delibera in questione che era stata proposta ufficialmente al consiglio dal vicesindaco Marco Villano e dall’assessore all’Ambiente Elena Caterino. Un emendamento posticcio tenuto conto che si voleva togliere la esatta indicazione di quella che doveva essere la concreta destinazione: ampliamento dell’isola ecologica. A pretendere la precisazione il consigliere M5S, Roberto Romano, e la consigliera dei Moderati, Clotilde Criscuolo. Ci sono, poi, strane voci secondo le quali ci sarebbero amministratori comunali “trasversali” che non vorrebbero l’ampliamento dell’isola ecologica per non dare fastidio ad un impianto sportivo che dovrebbe sorgere di fianco. Parafrasando Carlo Emilio Gadda, “quel pasticciaccio brutto” di via Cappuccini.