Mondragone (Caserta) – “Sui conti relativi al servizio rifiuti c’è qualcosa che proprio non torna”. A sostenerlo, in una nota, è l’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune. – continua sotto –
«Di alcune anomalie – si legge – hanno già parlato le minoranze consiliari senza suscitare, purtroppo, grande attenzione in città. E, invece, la questione è – secondo noi – alquanto strana e merita qualche approfondimento. Cerchiamo di vedere perché. La funzione della gestione dei rifiuti è di competenza comunale e – come è ormai noto – risulta essere la più onerosa nei bilanci. La voce relativa è inserita all’interno della missione denominata “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente” assieme ad altri capitoli: difesa del suolo; tutela, valorizzazione e recupero ambientale; servizio idrico integrato; aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestale; tutela e valorizzazione delle risorse idriche; sviluppo sostenibile del territorio montano dei piccoli comuni; qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento. In particolare, la voce sui rifiuti prevede l’inserimento di spese legate all’amministrazione, all’ispezione, al funzionamento o al supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento.
Sono comprese anche le spese per la pulizia delle aree pubbliche come le piazze, i viali e i mercati e si considerano anche i costi per la raccolta e il trasporto, sia per la differenziata che per l’indifferenziata, verso il luogo preposto. Il capitolo include anche le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi per il settore, compresi i contratti e i canoni di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale. Secondo i dati del consuntivo 2017 (ultimo anno dell’Amministrazione di Giovanni Schiappa) Mondragone aveva una spesa per i rifiuti di € 3.660.977, pari a € 127,13 pro capite ed era al 3.318° posto nella classifica dei circa 8mila Comuni italiani. Con il consuntivo del 2020 (in piena Amministrazione Zannini-Pacifico) la spesa per i rifiuti è arrivata invece addirittura ad € 16.909.305,79, pari a € 574,29 pro capite, posizionando Mondragone al 3° posto dei Comuni campani per costo del servizio rifiuti e al 56° posto tra i Comuni d’Italia.
Qualcuno può dirci cosa è successo? Come siamo passati da una spesa di poco oltre i 3 milioni e mezzo di € ad una spesa di quasi 17 milioni di €? Cosa c’è in quella cifra? Come è stato possibile sostenerla? Con quali soldi? È sbagliato il dato del consuntivo 2017 o quello del 2020? Stiamo parlando dei dati certificati dal Comune ed utilizzati anche dai ricercatori di Openpolis. Se il dato del 2017 – come abbiamo avuto modo di dire in altre circostanze – può apparire alquanto sottodimensionato, quello del 2020 è assolutamente esagerato. È una spesa pro capite che fa impallidire quella di Roma, di Firenze, di Venezia, di Trieste o di Verona. Ma anche quelle di tutte le città della Campania, tranne 2. Basti pensare – per esempio – che Benevento ha una spesa pro capite di € 276,27, Maddaloni di € 247,34 €, Santa Maria C.V. di 243,38 e € Marcianise di 205,22 €. I cittadini contribuenti, quelli che pagano correttamente fino all’ultimo euro, hanno il sacrosanto diritto di capire cosa c’è dentro quel costo certificato al 2020 e perché in pochi anni è lievitato a dismisura. Soprattutto perché – e questa è la questione che più fa incazzare – il servizio non è affatto migliorato. – continua sotto –
C’è poi un’altra questione da chiarire. Noi sappiamo che il costo del servizio è totalmente a carico delle tasche dei cittadini. E l’Ente d’Ambito per la Gestione Integrata dei rifiuti Urbani con nota del 12.7.2021 ha validato il piano economico finanziario stabilendo che “partendo da un Tariffa complessiva riconosciuta pari ad € 5.039.688,00, la Tariffa finale (a causa degli aumenti dei costi dichiarati dal Comune) è pari ad € 5.972.517,00 di cui € 4.811.596,00 pari alla componente variabile ed € 1.160.921,00 pari alla componente fissa”. Poi però la determina del 5.10.2021 del nuovo Responsabile dei tributi Bonuglia di approvazione della lista di carico/ruolo Tari 2021 parla invece di una “Tari per complessivi € 6.125.559,35 di tassa netta ed € 306.277,97 addizionale provinciale (5%) + arrotondamenti € 4,35 per un totale di € 6.431.841,67”. Avevamo già denunciato (senza riscontro) la differenza in aumento di € 459.324,67 tra la tariffa complessiva riconosciuta dall’Ente d’Ambito e quella che invece – come certifica Bonuglia – è arrivata complessivamente addosso ai cittadini.
Ma ora ci domandiamo anche: Come abbiamo fatto a scendere da un costo stellare per i rifiuti certificato a consuntivo nel 2020 di € 16.909.305,79 ai 6.431.841,67 € del 2021? E quasi 10milioni e mezzo di € non sono proprio bruscolini. Sicuramente sbaglia l’Ambc e sbagliano anche gli ottimi ricercatori di Openpolis. Ma allora basta spiegare – anche ai duri di comprendonio come noi – cosa è successo e dov’è il nostro errore. Facendo finalmente chiarezza sui costi di un servizio, che comunque resta pessimo.
Chiudiamo con qualche buona notizia. Europa Verde, grazie alla deputata Elisa Siragusa e ai deputati Paolo Nicolò Romano e Devis Dori, è ritornata in Parlamento. Un buon viatico per il cammino politico che hanno intrapreso gli amici del Gruppo di Europa Verde Mondragone in una città dove è tornata di recente ad aleggiare immancabilmente la massima del nipote del principe di Salina “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. L’Ambc, intanto, si prepara a partecipare ai lavori del Forum della Convergenza dei Movimenti del 25-27 febbraio a Roma “Per una società capace di cura e di futuro”».