La “tregua” concessa dal Covid, che sembra ormai rappresentare il preludio per la fine della pandemia, potrebbe paradossalmente mettere a rischio il posto di lavoro di tanti Oss – operatori socio sanitari, come quelli in forza al Covid Hospital di Maddaloni, in provincia di Caserta. – continua sotto –
Si tratta di circa trenta oss, dipendenti di una cooperativa privata, che hanno già subìto il taglio (previsto dal contratto) delle ore di lavoro: dalle 147 raggiunte in piena emergenza alle attuali 100. Considerando che vengono pagati 8,89 euro all’ora, attualmente percepiscono meno di 900 euro mensili, senza contare che finora, poiché dipendenti di un soggetto esterno all’Asl, non hanno mai percepito l’indennità di rischio. E mentre l’emergenza pandemica sembra destinata a concludersi, con la chiusura del reparto Covid, si prevede un’ulteriore riduzione delle ore, fino alle 84 minime previste dal loro contratto, che scade alla fine del 2002. Dopodiché rischiano di restare senza lavoro.
Nel frattempo, gli oss si appellano all’Asl Caserta e ai sindacati al fine di ottenere garanzie per il loro futuro. La speranza sarebbe quella di una stabilizzazione nell’azienda sanitaria locale che, però, nell’eventualità di reclutamento di nuovo personale, in virtù della legge Madia che disciplina il pubblico impiego, non può attingere da cooperative esterne ma dallo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici. E visto che l’Asl Caserta non è provvista di una graduatoria interna, si andrebbe a “pescare” da quelle dell’area napoletana o dell’azienda ospedaliera di Caserta. Un’ingiustizia secondo gli oss: “In questi ultimi due anni ci siamo sacrificati, fisicamente e psicologicamente, per assicurare assistenza a tantissimi malati, soffrendo insieme a loro, guardando molti purtroppo anche morire. Lo abbiamo fatto senza sosta, nonostante tutti i rischi connessi per noi e per le nostre famiglie. E ora che sta per cessare l’emergenza sembra che siamo destinati a restare senza occupazione nonostante, con la nostra esperienza, possiamo dare ancora tanto. Speriamo che chi di dovere faccia tutto il possibile”, è l’amaro sfogo di un operatore.
Una soluzione – che tra l’altro potrebbe colmare, in generale, la grave carenza di oss che investe tutta la provincia – potrebbe essere rappresentata da un avviso pubblico bandito dall’Asl Caserta a cui potranno partecipare anche gli operatori della coop di Maddaloni e gli altri precari che operano sul territorio provinciale. Ma anche in questo caso potrebbe presentarsi un’ulteriore problematica: l’anzianità di servizio e l’esperienza nel settore già acquisite dai dipendenti delle coop non produce punteggio nei concorsi pubblici rispetto a chi ha un contratto fisso nelle Asl o nelle aziende ospedaliere regionali. Ci sono, tuttavia, delle recenti pronunce della Corte Costituzionale che eliminano questa disparità e al Consiglio di Stato pende un ricorso in tal senso. Una situazione che non deve restare inascoltata, oltre che dai vertici dell’azienda sanitaria, nemmeno dalla Regione Campania che, intanto, ha prorogato tutti i contratti a tempo determinato e i rapporti di collaborazione stipulati dalle Aziende sanitarie della Campania fino al 31 dicembre 2022.