“Ho sentito delle voci nella mia testa, e l’ho uccisa”. Parole che Elpidio D’Ambra, il 31enne fermato nel pomeriggio di ieri a Napoli per l’omicidio della 24enne Rosa Alfieri, trovata senza vita nell’abitazione di Grumo Nevano dove l’uomo viveva, ha reso davanti agli investigatori nel corso dell’interrogatorio alla presenza al sostituto procuratore Patrizia Dongiacomo e del suo legale, l’avvocato Dario Maisto. – continua sotto –
D’Ambra ha raccontato di avere invitato la ragazza ad entrare nel suo appartamento, al piano terra dello stabile in cui abita la famiglia di Rosa e datogli in fitto dal padre di lei. Sarebbe riuscito a far entrare la ragazza in casa per chiederle, come lo stesso 31enne ha riferito, “informazioni sulle bollette della corrente”. A quel punto, ha detto ancora D’Ambra, “ho sentito delle voci nella testa che mi dicevano di agire” e avrebbe ucciso Rosa. Agli inquirenti l’uomo ha negato di avere fatto delle avances e di aver tentato di violentare la giovane. Avrebbe ammesso, però, di essere un consumatore abituale di cocaina, assunta anche il giorno dell’omicidio. Avrebbe anche confermato di essersi intrattenuto a colloquio con i genitori della ragazza, che a lui si erano rivolti chiedendo se l’avesse vista, dopo averla uccisa.
Dopo essersi separato tempo fa da una compagna, D’Ambra viveva da solo e svolgeva lavori di muratura in modo saltuario. Per un periodo aveva lavorato in Spagna e quando era tornato a Grumo Nevano aveva deciso di non andare a vivere a casa della madre, con la quale aveva un rapporto burrascoso, ma da solo, prendendo in fitto il “basso” di via Risorgimento.
L’ipotesi più accreditata resta che il 31enne abbia strangolato Rosa. Dopo una fuga di 24 ore è stato rintracciato ieri a Napoli, al Pronto Soccorso dell’ospedale “San Paolo” del quartiere Fuorigrotta, dove era arrivato per un malore dopo aver trascorso un’intera giornata in strada. A riconoscerlo due poliziotti del commissariato di Bagnoli che si trovavano nel nosocomio per ritirare dei referti e che notato e immediatamente riconosciuto D’Ambra grazie alle foto segnaletiche diffuse dalle forze dell’ordine. La prima segnalazione della presenza di D’Ambra a Napoli era arrivata da un tassista che aveva accompagnato D’Ambra a comprare vestiti. Ora l’uomo si trova nel carcere di Poggioreale. – continua sotto –
Il corpo di Rosa, 23enne descritta come una ragazza molto dolce e gentile, che aiutava il padre e il fidanzato nella tabaccheria di famiglia, situata a cento metri dalla sua abitazione, è stato trovato dal padre che, non vedendola ritornare ma notando l’auto della figlia parcheggiata nel cortile interno del palazzo, era andato a bussare alla casa del vicino per vedere se l’avesse vista; questi aveva risposto di no ma dopo due ore il papà ha sfondato a spallate la porta di casa del vicino, che intanto era scappato, trovando il corpo della 23enne in bagno, privo di vita, con uno strofinaccio in bocca e l’abbigliamento in disordine.