La crisi ucraina coinvolge il Mediterraneo. Nelle stesse ore in cui si consuma lo scontro fra Stati Uniti e Russia nella prima riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dedicata alla minaccia di un’invasione in Ucraina, una flotta russa attraversa il canale di Sicilia nell’ambito di annunciate esercitazioni navali nel Mediterraneo, suscitando qualche preoccupazione. La Difesa stronca però ogni timore sul nascere, affermando che le sei navi di Mosca “non violano la sovranità e le acque italiane”. – continua sotto –
La formazione russa “sta effettuando un transito in acque internazionali e non viola la sovranità degli Stati rivieraschi”, sottolinea il ministero aggiungendo che la Nato continua a seguire la navigazione del gruppo sin dalla partenza ed escludendo “comportamenti o volontà escalatorie” da parte dell’Alleanza e della flotta di Mosca.
Le sei navi russe sono partite a metà gennaio dal Mare del Nord, dai porti di Severomorsk (Flotta del Nord) e da Baltijsk (Flotta del Baltico). Sono progettate per trasportare e far sbarcare circa 60 carri armati e oltre 1.500 soldati. La flotta ha varcato Gibilterra e domenica ha cominciato ad attraversare il canale di Sicilia. Il timore è che si stiano dirigendo verso la Crimea, al confine con l’Ucraina. Negli ultimi giorni Mosca ha avviato esercitazioni di tutte le sue flotte a livello globale, in coincidenza con l’aumento delle tensioni con l’Occidente per la crisi ucraina.
Telefonata Draghi-Putin: “Impegno per una soluzione della crisi” – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin. Al centro dei colloqui gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali. Il premier ha sottolineato “l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi”. Sono stati concordati un impegno comune per una “soluzione sostenibile e durevole della crisi e l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia”. – continua sotto –
I timori dell’Onu – “La situazione che stiamo fronteggiando in Europa è pericolosa e urgente e la posta in gioco per l’Ucraina, e per ogni Stato membro dell’Onu, non potrebbe essere più alta”, ha accusato senza mezzi termini l’ambasciatrice americana alla Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield. “Le azioni di Mosca colpiscono il cuore della Carta delle Nazioni Unite e sono una minaccia chiara alla pace e sicurezza. Ora è il momento di un dibattito pubblico”. La rappresentante americana ha chiesto agli altri membri anche come si sentirebbero se avessero centomila soldati al loro confine e ha messo in guardia che Mosca intende aumentare a 30mila i suoi militari nel Paese alleato della Bielorussia, con la possibilità di “arrivare in meno di due ore a nord di Kiev”.
Russia contro Usa: “Accuse infondate” – Piccata la replica dell’ambasciatore russo all’Onu Vasily Nebenzia che, negando ogni intenzione di invasione, ha accusato a sua volta gli americani di “creare isteria” e di usare la “diplomazia del megafono” per “ingannare la comunità internazionale” con “accuse infondate”, rievocando le false prove Usa sulle armi di distruzione di massa in Iraq per attaccare Saddam Hussein. Nebenzia ha proposto anche una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza per il 17 febbraio, settimo anniversario degli Accordi di Minsk, “per discutere della situazione per una soluzione in Ucraina”.
Mosca nega di aver inviato invia una risposta scritta a Washington – Il vice ministro degli Esteri russo, Aleksandr Grushko, ha smentito la notizia secondo cui Mosca avrebbe consegnato agli Usa una risposta alla proposta americana per la de-escalation della crisi ucraina e sul tema delle “garanzie di sicurezza” chieste dalla Russia: lo riporta l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. Era stato il Washington Post a parlare di un possibile contatto tra i due governi. – continua sotto –
Biden: “Sanzioni anche personali, siamo pronti a tutto” – Joe Biden nel frattempo definiva la riunione al Palazzo di Vetro come “un passo cruciale nel radunare il mondo per prendere posizione con una sola voce” contro l’uso della forza e a favore del dialogo. “Se la Russia sceglie di allontanarsi dalla diplomazia e di attaccare l’Ucraina, ne porterà la responsabilità e subirà conseguenze rapide e severe”, ha ammonito, ricordando che gli Usa e i suoi alleati “continuano a prepararsi per qualsiasi scenario”. Come le sanzioni in caso di invasione, su cui repubblicani e dem sono vicini a un accordo al Congresso per colpire l’entourage di Vladimir Putin. Anche l’Unione europea, dal canto suo, sta lavorando a “un cospicuo pacchetto” di sanzioni contro la Russia che include anche misure personali, economiche, finanziare e commerciali.
Boris Johnson para con Putin e vola a Kiev – La diplomazia intanto continua a tessere la sua tela in ogni direzione. Boris Johnson ha parlato con Putin e martedì vola da Zelensky a Kiev, dove sono attesi nei prossimi giorni anche i ministri degli Esteri francese, tedesco e polacco, dopo quello canadese. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, avrà invece un colloquio telefonico con il suo collega russo Sergej Lavrov. Questo mentre Danimarca e Polonia si sono dette pronte a inviare a Kiev equipaggiamenti e munizioni, ma l’Ungheria si rifiuta di accogliere truppe Nato per l’emergenza.