Si terranno domani mattina i colloqui tra le delegazioni russa e ucraina sul confine della Bielorussia. Nel frattempo l’Italia, insieme agli altri Paesi Ue, chiude lo spazio aereo ai voli russi e, secondo l’Unhcr, ci sarebbero già 368mila rifugiati in fuga dall’Ucraina. – continua sotto –
La decisione di Kiev di inviare una delegazione nel Paese è arrivata dopo la telefonata tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko: “Abbiamo convenuto – ha spiegato Zelensky – che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat. Alexander Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina”.
Da parte sua, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha sottolineato che “non c’è niente di male nel parlare e se il risultato è la pace sarà la benvenuta. Ma non ci arrenderemo, non capitoleremo, non cederemo neanche un centimetro del nostro territorio. Non è questo l’obiettivo della nostra lotta”. “Kiev – ha spiegato – ascolterà ciò che la Russia ha da dire e discuterà del ritiro dei soldati russi dall’Ucraina per porre fine all’occupazione”. “Dopo diverse battute d’arresto subite dall’esercito russo, hanno annunciato di essere pronti a discutere senza precondizioni. Questa è una vittoria per l’Ucraina”, ha aggiunto nel corso di un punto stampa. “Il blitz russo – ha detto ancora – è fallito, non hanno raggiunto alcun importante obiettivo strategico. Stiamo sanguinando, ma stiamo infliggendo perdite disastrose ai russi”.
Ad arrivare per primi i russi che già questa mattina – come annunciato dal Cremlino – erano presenti nel Paese con una delegazione che comprende, tra gli altri, rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa. Ad annunciare la notizia della partecipazione di Kiev, il consigliere di Vladimir Putin e capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky. – continua sotto –
In precedenza Zelensky aveva rifiutato l’offerta di negoziare in Bielorussia da dove, ancora questa mattina, erano stati lanciati missili all’indirizzo dell’Ucraina. ”Certo, vogliamo la pace. Vogliamo incontrarci, vogliamo la fine della guerra. Varsavia, Bratislava, Budapest, Istanbul, Baku. Queste le città che abbiamo offerto alla parte russa”, aveva detto Zelensky. ”Qualsiasi altra città va bene, qualsiasi paese dove i missili non volano. Questo è l’unico modo per negoziare onestamente e porre fine davvero alla guerra”, aggiungeva, spiegando come Minsk fosse stata scelta come possibile piattaforma per i negoziati non dall’Ucraina o dalla Bielorussia, ma dalla leadership russa. “Se non ci fossero azioni aggressive dal tuo territorio, potremmo parlare a Minsk, nella tua città. Quando eri neutrale, abbiamo parlato a Minsk”, aveva quindi detto Zelensky rivolgendosi al popolo bielorusso.
Il portavoce del presidente ucraino aveva quindi smentito – riferiva Gazet-ru – la notizia diffusa dai giornalisti di Ria Novosti accreditati al Cremlino secondo cui Kiev aveva accettato la cittadina di Gomel come sede delle trattative con Mosca. La Russia ha, nel frattempo, reso noto che l’operazione militare non sarà sospesa durante le trattative, contrariamente a quanto invece era stato proposto ieri e che la sua delegazione ai negoziati di Gomel sarà guidata dall’ex ministro della Cultura, Medinsky.