Aversa, la vittoria in giudizio sulla Senesi porta il nome di Giuseppe Sagliocco

di Antonio Taglialatela

Aversa (Caserta) – “Diamo a Cesare quel che è di Cesare”, come si suol dire. E’ evidente che la recente vittoria in giudizio del Comune di Aversa sulla “Senesi spa”, in merito alla legittimità delle penali irrogate alla società che fino a pochi anni fa si occupava della raccolta rifiuti in città, è da attribuire soprattutto al compianto ex sindaco Giuseppe Sagliocco. – continua sotto –

Negli anni del suo mandato da primo cittadino, dal 2012 al 2015, Sagliocco (prematuramente scomparso nel gennaio 2016) avviò una vera e propria “crociata” contro la Senesi, come testimoniano i numerosi articoli dell’epoca, per il mancato raggiungimento delle percentuali minime della raccolta differenziata previste per legge e da contratto. Crociata che portò l’amministrazione Sagliocco ad applicare, tra gli anni 2013, 2014 e 2015, oltre 1 milione e mezzo di sanzioni.

“Non si capisce – dichiarava Sagliocco a Pupia in quel periodo – perché la società non debba rispettare il contratto, e quindi anche le penali da esso previste, soprattutto se il danno sia per la città che i cittadini è sostanziabile anche economicamente. Maggiore differenziata, infatti, significa minore spesa in bollette della Tari per gli aversani”. Quegli aversani che l’allora sindaco difese apertamente dalle accuse mosse dalla società: “Sono gli aversani, di tutte le zone, che sono stati rispettosi delle norme a superare il 50% di differenziata e non posso accettare che i miei concittadini siano tacciati dalla Senesi di non essere rispettosi delle regole in questo settore”, tuonava Sagliocco.

Oltre alle penali, Sagliocco citò in giudizio la società – era il 24 settembre 2014 – per ottenere un risarcimento per danno all’immagine della città, commentando: “Il negligente atteggiamento posto in essere dagli operatori nell’espletamento del servizio di raccolta produce un danno di immagine per l’intera città, scoraggia i cittadini diligenti che conferiscono i rifiuti correttamente differenziati e produce un danno economico per tutti i cittadini-contribuenti in quanto sono costretti a sobbarcarsi, in percentuale, un ulteriore aumento dell’onere tributario per il maggiore costo dello smaltimento del rifiuto indifferenziato”. – continua sotto –

E oggi, a distanza di anni, arriva il verdetto del tribunale di Napoli che ha riconosciuto colpevole la Senesi (che invece riteneva illegittimi i provvedimenti e chiedeva la restituzione delle somme relative alle penali trattenute dal Comune sugli importi del contratto, ndr.) di non aver raggiunto il previsto minimo del 65% di raccolta differenziata e condannandola anche al pagamento delle spese di giudizio per oltre 20mila euro.

Un risultato di cui sicuramente sarebbe fiero Peppe Sagliocco, il cui “modello Aversa” era basato, come sottolineò in uno dei suoi ultimi interventi pubblici, davanti ad una platea di studenti, “sul buonsenso, su una ragionevole economia di scala, sulla rivisitazione della spesa”, e allo stesso tempo con un “confronto continuo con la città, basato sul guardarsi in faccia, rappresentando la verità dei fatti”.

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