Aversa (Caserta) – Un dibattito sul conflitto tra Russia e Ucraina con due studiosi di Storia Contemporanea. E’ quello tenuto dagli studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Aversa con il professor Giovanni Savino, ex alunno dell’istituto aversano e docente universitario di Storia Contemporanea all’Accademia Presidenziale di Mosca e specialista di nazionalismo russo, e il professor Marco Rovinello, docente universitario di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università della Calabria. – continua sotto –
Appuntamento fortemente voluto dalla dirigente scolastica Adriana Mincione per ragionare sull’importanza di garantire libertà di pensiero ed espressione sulla assoluta follia di qualsiasi guerra. Profondo conoscitore dei fatti russi, in questi giorni conteso da diversi media, il professor Savino, in un’intervista rilasciata a Pupia (video in alto), ha ribadito che quella che si sta vivendo in Russia «è una repressione feroce, simile sotto certi punti di vista a quella che avveniva in America Latina o in Grecia negli anni ’60 e ’70».
In una precedente intervista Savino aveva citato il motto “Per amore del mio popolo non tacerò” utilizzato da Don Peppe Diana, il sacerdote di Casal di Principe ucciso dalla camorra nel 1994, di cui il 19 marzo ricorre il 28esimo anniversario della morte, aggiungendovi il mio popolo “russo”, dal momento in quasi 17 anni di vita lì vissuti, per Savino quello è anche un po’ il suo popolo. «In Russia, nonostante non appaia all’esterno, – racconta Savino – ci sono tantissimi che non tacciono, come dimostrano le manifestazioni di protesta della giornalista Marina Ovsyannikova che sul primo canale russo è apparsa in diretta televisiva con un cartello che invitava i suoi connazionali a dire no alla guerra, seguita da altri che hanno deciso di licenziarsi o di rompere con la macchina della propaganda».
Dal punto di vista dell’analisi storica, il professor Rovinelli ha sottolineato che, da parte di Putin, c’è «la volontà di ripristinare una unità di spirito, come la definisce lui, che si presuppone essere l’elemento di congiunzione che giustifica l’annessione di ampie fette del territorio ucraino. Emerge, pertanto, un uso politico di un passato “tagliato e incollato” con meccanismi che sono funzionali alla giustificazione di questa retorica». Dalla prospettiva di Putin, sostiene Rovinelli, quella in atto è «una “operazione militare speciale” per “riunificare i russi”»; dall’altra prospettiva è da considerare, invece, «un’invasione immotivata e storicamente non fondata su alcuna base». IN ALTO IL VIDEO