Aversa (Caserta) – C’è un aversano che potrebbe giocare (e forse sta già giocando) un ruolo decisivo nei tentativi diplomatici in atto per cercare di riportare la pace nel conflitto russo-ucraino, convincendo il premier russo Putin ad ordinare il ritiro delle truppe dall’Ucraina. Si tratta di monsignor Giovanni d’Aniello, nunzio apostolico a Mosca dal giugno 2020. – continua sotto –
A quella data lasciò il Brasile del chiacchierato Jair Bolsonaro per installarsi nella Russia di Vladimir Putin, altro premier ostico, a Mosca. Una sede diplomatica delicata che rendeva e rende ancora più importante la scelta fatta dalle alte sfere pontificie. Diplomatico discreto, ha frequentato il seminario vescovile di Aversa intitolato al cardinale Innico Caracciolo, 67 anni, D’Aniello, ordinato sacerdote nel 1978 dal vescovo Antonio Cece, è presto entrato nel servizio della Segreteria di Stato vaticana. Con la prima nomina in qualità di titolare di nunziatura, nel 2001 nella Repubblica democratica del Congo, giunse anche la consacrazione episcopale come arcivescovo di Paestum.
D’Aniello è stato poi nunzio dal 2010 al 2012 nel complesso scenario di Thailandia, Cambogia, Myanmar e Laos e dal 2012, quando presidente era Dilma Roussef, è stato rappresentante del Papa in Brasile. Nel paese latino-americano, dove è succeduto al cardinale Lorenzo Balsidderi, ha assistito all’ascesa dell’attuale presidente Bolsonaro che ha avuto rapporti non facilissimi con la gerarchia cattolica. Ora, con la sua esperienza, il presule normanno ricopre uno dei posti diplomatici più strategici per la Santa Sede, quello in Russia, succedendo a colleghi esperti tra i quali Celestino Migliore (2016-2020).
Nei giorni scorsi, in pieno conflitto, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, ha incontrato monsignor D’Aniello presso la Residenza Patriarcale del Monastero Danilov, a Mosca. Stante il particolare momento e la sua delicata posizione nello scacchiere diplomatico, monsignor D’Aniello, da noi avvicinato, ha declinato diplomaticamente l’invito, da parte nostra, a rispondere ad alcune domande, augurandoci buon lavoro. Un augurio che rivolgiamo a lui, tenuto conto della delicata opera di mediazione che, certamente, il Vaticano sta mettendo in campo per cercare di risolvere questa crisi mondiale nella quale il prelato aversano sta giocando certamente un ruolo di primo piano.