Ancora una efficace ed importante attività di contrasto all’ingresso di telefoni cellulari in carcere. Ed è davvero singolare dove una donna aveva nascosto due telefoni destinati al figlio ristretto nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino). – continua sotto –
A darne la notizia è il segretario nazionale per la Campania del Sappe – Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, Emilio Fattorello: “Nella giornata di mercoledì 9 marzo, presso il Settore “colloqui congiunti”, sono stati scoperti e sequestrati due micro cellulari nascosti nell’ampolla rettale di una donna prossima all’incontro con il figlio detenuto. Nonostante il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi gode spesso degli onori delle cronache per la qualità dell’esecuzione penale (basata sui reali elementi del trattamento penitenziario il lavoro, contatti con la società esterna, lo studio, attività ricreative tese al benessere dei detenuti), dobbiamo registrare purtroppo anche qui i tentativi di una criminalità che cerca di entrare in maniera illecita ovunque”.
“Il plauso del Sappe Campania – continua Fattorello – va al personale del Corpo di Polizia Penitenziaria che, ancora una volta in maniera brillante, con immediata risoluzione investigativa e con un professionale intervento sulla persona sospettata del traffico è riuscito a convincere e far espellere volontariamente i due cellulari ed una sim card nascosti, come detto, dalla madre del detenuto, di origine napoletana, con posizione giuridica di definitivo per furto, oltraggio violenza a pubblico ufficiale ed evasione, con fine pena 2025”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, plaude “alla professionalità, abnegazione e astuzia che ha contraddistinto l’operato del personale di Polizia Penitenziaria” e sottolinea come il rinvenimento sia avvenuto “grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Questo deve far comprendere una volta di più come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari in materia di contrasto all’uso ed al commercio di telefoni cellulari e stupefacenti in carcere”.