Tra le province di Caserta e Napoli, i finanzieri del comando provinciale casertano, hanno sottoposto agli arresti domiciliari 3 persone, nell’ambito di un’inchiesta su una truffa ai danni dello Stato attraverso rimborsi fraudolenti di tributi comunali. 15, complessivamente, gli indagati nei cui confronti è stato disposto il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, detenute in Italia e all’estero. – continua sotto –
Il provvedimento compendia gli esiti di una complessa indagine di polizia giudiziaria svolta dai militari della compagnia di Capua, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che hanno consentito di far emergere un grave quadro indiziario circa l’esistenza di una struttura associativa che ha posto in essere una serie di truffe ai danni dello Stato realizzando un indebito profitto pari a circa 1,5 milioni di euro.
L’operazione ha avuto origine dalla segnalazione di un’operazione sospetta di giroconto, verso conti correnti esteri, di 198mila euro, a seguito dell’accredito di pari importo da parte del Comune di Capua sul conto corrente di uno degli indagati, per il rimborso di un tributo Tasi rivelatosi, di fatto, inesistente. Le attività volte alla compiuta ricostruzione di tale episodio, per il quale veniva disposto il sequestro preventivo della somma provento della condotta truffaldina, venivano successivamente estese al fine di verificare se, nello stesso arco temporale e nella stessa area territoriale, erano state indirizzate ad altri comuni richieste di rimborso fraudolente con analoghe modalità riscontrate nell’episodio riguardante Capua, ovvero previa compilazione di modelli F24 recanti compensazioni tra crediti erariali e debiti relativi a tributi locali, entrambi inesistenti.
Le investigazioni, svolte attraverso attività tecniche, perquisizioni e analisi di documentazione amministrativa e bancaria ed anche mediante l’emissione di Ordine europeo di indagine, per l’acquisizione dalle autorità ungheresi di documentazione bancaria necessaria per la ricostruzione dei flussi finanziari dei proventi delle condotte illecite, hanno permesso di ricostruire 21 episodi di frode che hanno coinvolto 17 comuni, nonché di identificare 23 persone coinvolte a vario titolo. – continua sotto –
I sodali, avvalendosi della collaborazione di altri soggetti di volta in volta individuati, dopo aver posto in essere – mediante la trasmissione in via telematica di F24 online – artificiose compensazioni tra crediti erariali inesistenti e debiti inerenti a tributi locali, anch’essi inesistenti, presentavano al competente ufficio del Comune scelto come “bersaglio” una richiesta di rimborso del debito per tributi locali, asserendo di averlo erroneamente pagato, esibendo all’uopo la documentazione attestante l’avvenuta compensazione del debito suddetto con un proprio credito erariale, entrambi, come detto, inesistenti.
Parallelamente la procedura di compensazione, generava in via automatica un flusso finanziario che si concludeva con l’accreditamento delle somme sui conti correnti dei Comuni poi destinatari della richiesta di rimborso c) dopo aver appurato l’effettiva presenza, in bilancio, di tali somme il responsabile dei servizi finanziari comunali, destinatario della richiesta di rimborso fraudolenta, procedeva alla emissione di un mandato di pagamento (o ad un atto ad esso equiparabile) con il quale faceva luogo alla restituzione delle somme al richiedente su di un conto corrente a lui intestato, dal quale il denaro veniva immediatamente spostato altrove attraverso bonifici, talora su conti esteri, ed operazioni similari.
Per alcuni degli episodi criminosi per i quali sono emersi gravi indizi di colpevolezza le condotte truffaldine non si sono consumate con l’accredito delle somme da parte dei comuni, visto che i funzionari comunali destinatari di tali condotte decettive, che avrebbero determinato un ulteriore profitto illecito di 1,7 milioni di euro, in seguito a controlli o ad attività istruttorie interne non hanno proceduto ai bonifici delle somme oggetto delle richieste fraudolente. IN ALTO IL VIDEO