Aversa (Caserta) – «Nikola è partito, con lui anche altri amici che erano in zona, per andare a combattere per difendere l’Ucraina dall’invasione russa». Ha gli occhi lucidi Oleksandra, 42 anni, in Italia, ad Aversa, da venti anni, quando racconta la cronaca delle ultime ore, da quando i soldati sovietici stanno stringendo in una morsa il suo Paese. – continua sotto –
«Nikola – continua Oleksandra che ora non nasconde più le lacrime che scendono a dirotto – è un riservista. Un ufficiale della riserva dell’esercito ucraino. Ha già fatto una guerra, ha già combattuto, ma era più giovane e non aveva figli. Ora abbiamo due ragazzi, di 18 e 10 anni, dobbiamo pensare anche a loro. Voglio anche sperare che mio figlio maggiore, Victor, non si metta in testa di andare anche lui in Ucraina per combattere in difesa del nostro Paese. Lui è nato qui, in Italia, ad Aversa e, per fortuna, non si sente troppo ucraino».
Subito dopo precisa orgogliosa: «Non mi fa piacere che lui sia partito, ma lo capisco. Doveva farlo, se non difendiamo noi la nostra patria per primi chi dovrebbe farlo? Spero solo che tutto vada bene, che questa situazione finisca presto. Già sono morti tanti innocenti. A noi non resta che pregare. Nessuno di noi pensava che nel 2022 potesse esserci una guerra nella civilissima Europa. Sino alla fine abbiamo sperato che la vicenda potesse risolversi senza spargimento di sangue e preghiamo affinché la guerra si fermi, che i nostri connazionali finiscano di soffrire».
A questo proposito Oleksandra continua raccontando quello che stanno vivendo i suoi congiunti che sono in Ucraina in queste ore cruciali. «Mia madre – riprende la donna che ad Aversa si dedica soprattutto alle pulizie domestiche in alcune case cittadine, mentre il marito Nikola è impegnato in una ditta di costruzioni edili – vive in un paesino vicino Leopoli. La telefono spesso in questi giorni. Mi ha raccontato che i momenti più brutti sono quelli della notte. In piena notte, infatti, per due notti di seguito è stata costretta a lasciare la propria casa in cerca di un rifugio sicuro perché gli aerei hanno sganciato ordigni. Ci sono state vittime anche tra i compaesani. Siamo preoccupatissimi, anzi, siamo disperati. Stesse scena mi sono state raccontate da mia suocera. No, non è possibile nemmeno ascoltare certe storie. La mente si rifiuta». – continua sotto –
Ma cosa pensa di fare ora Oleksandra? Ritornerà in patria o rimarrà ad Aversa? «Il primo istinto – ha risposto mentre si asciugava gli occhi – è quello di ritornare in Ucraina. In verità, sarei già andata insieme a Nikola senza pensarci più di tanto, ma a fermarmi sono stati i miei figli. Non posso lasciarli soli. Il mio posto, ora, è qui. Vicini a loro, ma il mio cuore, la mia testa sono in Ucraina dove ci sono mia madre, i miei fratelli e Nikola. Il mio pensiero è rivolto costantemente a loro, da qui cercherò di aiutarli come più potrò perché io sono ucraina, la mia patria è l’Ucraina e voglio che continui ad essere una nazione libera, dove ognuno può vivere senza il timore di dire quello che pensa come, invece, succede in Russia dove la libertà non esiste. Siamo nel 2022, la stragrande maggioranza dell’umanità si sente cittadina del mondo, invece dobbiamo ancora assistere a scene di guerra».