“Abbiamo iniziato la nostra missione in Ucraina per evitare il genocidio nel Donbass”. Lo ha detto il leader del Cremlino, Vladimir Putin, durante il suo intervento per l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea, in un affollatissimo stadio Luzhniki a Mosca. – continua sotto –
“Abbiamo fatto risorgere questi territori e sappiamo esattamente cosa fare e come adesso, a spese di chi e attueremo tutti i nostri piani”, ha aggiunto. Il presidente russo ha inoltre citato la Bibbia, come aveva già fatto in altre occasioni: “Non c’è amore più grande che donare la propria anima per i propri amici”. La diretta tv del discorso però si interrompe all’improvviso, secondo il Cremlino per un “guasto tecnico”.
“Genocidio in Donbass” – Secondo la polizia russa, all’interno dello stadio erano presenti 95mila persone, mentre all’esterno oltre centomila. “Anche la popolazione del Donbass ha manifestato dissenso e sono subito iniziate operazioni punitive contro i cittadini della regione, sono stati bombardati costantemente, sono stati vittime di attacchi aerei. Questo è quello che noi chiamiamo genocidio”, ha dichiarato ancora Putin. Il leader della Federazione Russa ha elogiato “l’eroismo” dei soldati russi che stanno conducendo l’attacco in Ucraina e ha sottolineato che “c’è un’unità che da tempo non si vedeva” nel Paese. I soldati russi stanno combattendo “spalla a spalla e, se ci sarà bisogno, si proteggeranno a vicenda su campo battaglia dai proiettili come fratelli”.
“La Crimea ha sbarrato la strada ai neonazisti” – Per Putin e i suoi seguaci il 18 marzo è il giorno della Crimea, un territorio strategicamente fondamentale da tempo immemore che “ha fatto la cosa giusta ponendo una dura barriera sulla strada dei neonazisti”. Secondo il capo del Cremlino, i cittadini della Crimea “volevano avere un destino comune con la loro patria storica, con la Russia, e hanno raggiunto il loro obiettivo”. – continua sotto –
“Abbiamo risollevato la Crimea dal degrado” – La narrazione del presidente russo insiste particolarmente su quella che viene definita una “liberazione” della penisola più contesa del Mar Nero. “Abbiamo risollevato la Crimea dal degrado, dall’abbandono in cui versava, specialmente la città di Sebastopoli, quando appartenevano a un altro Stato. E abbiamo fatto risorgere questi territori”.
“Il Comandamento dell’amore” – La citazione di passi biblici è un vecchio pallino di Putin. Nel discorso alla nazione sulla Crimea, il capo del Cremlino ha scelto il cosiddetto Comandamento dell’amore o Grande comandamento così come compare nel Vangelo di Giovanni. Gesù dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando”. Non è la prima volta che Putin ricorre a passi delle Sacre Scritture per i suoi discorsi pubblici. La Bibbia è stata il corrollario anche di uno degli incontri più importanti del Novecento, quello Reagan e Gorbaciov nel novembre 1985. I due leader si impegnarono a sciogliere il gelo della Guerra Fredda e dei relativi arsenali atomici contrapposti. Un’intesa suggellata da uno scambio di citazioni bibliche, con il sovietico che prese in prestito le parole dall’Ecclesiaste (Antico Testamento): “C’è un tempo per ogni cosa”. E l’americano che gli rispose: “Anche il tempo di lavorare insieme”.
Giallo durante diretta, Putin “scompare” a metà discorso – L’evento ha però sollevato più di qualche dubbio in giro per il mondo sulla natura della “diretta”. A un certo punto, nel mezzo del discorso, Putin è infatti improvvisamente scomparso dagli schermi e “coperto” dalla musica del concerto. Il canale televisivo pubblico russo Rossiya-24 ha iniziato a trasmettere altri momenti dello stesso evento, discorsi ufficiali e popolari canzoni. Quindici minuti dopo, l’emittente ha ripreso a trasmettere in differita il discorso del presidente russo. Per fugare ogni dubbio, altre immagini postate su Twitter mostrano comunque Putin scendere dal palco e lasciare il centro dello stadio.