La direzione di Rai 3, d’intesa con l’amministratore delegato della Rai, ha “ritenuto opportuno non dar seguito” al contratto che prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione “Cartabianca”. Lo annuncia, in una nota, Viale Mazzini. – continua sotto –
Era stato il quotidiano Il Foglio, ieri, a parlare di un compenso di “circa 2mila euro a puntata”, per un totale di sei appuntamenti, per Orsini, docente di Sociologia del terrorismo internazionale alla Luiss, salito alla ribalta per le sue partecipazioni al programma “Piazza Pulita” di La7 e da poco collaboratore de Il Fatto Quotidiano, che martedì scorso ha partecipato anche al talk di approfondimento su Rai3 condotto da Bianca Berlinguer.
Romano (Pd): “Pifferaio della propaganda di Putin” – Il Pd, con Andrea Romano, aveva definito “assolutamente inaccettabile che le risorse del servizio pubblico radiotelevisivo vengano utilizzate per finanziare i pifferai della propaganda di Putin” e aveva chiesto spiegazioni ai vertici dell’azienda. Da parte sua Berlinguer aveva chiarito che al sociologo “erano stati offerti numerosi e più cospicui contratti dalla concorrenza” e spiegato che le posizioni di Orsini erano state messe a confronto “con idee diametralmente opposte”, in nome di un dibattito ‘non univoco né omologato”. Poi il tweet della Berlinguer: “La decisione della Rai di non procedere al contratto con il prof Orsini è giusta. Confronto delle idee si ma senza retribuire stabilmente opinionisti filo Putin. Il servizio pubblico è legato al vincolo del canone pagato dai cittadini”.
Cuperlo dissente: “Chi esprime analisi diverse non deve essere associato al nemico” – Ma nel Pd c’è chi dissente. Sempre su Twitter, Gianni Cuperlo scrive: “Trovo francamente sbagliata la polemica sulla presenza di un esperto di politiche della sicurezza nello studio di Cartabianca”. Il professor Orsini sostiene un punto di vista che non condivido, ma tra questo e chiederne la messa al bando ce ne corre. Se davvero stiamo vivendo una tra le pagine più tragiche della storia di questo continente la cosa che dovremmo evitare è ‘armare’ le parole, ridurre chi esprime un’analisi diversa e distante (anche radicalmente distante) a un avamposto mediatico del ‘nemico’. Forse se vogliamo disarmare il conflitto conviene, per prima cosa, disarmare il linguaggio e farsi carico di una forza della persuasione che non si fonda su scomuniche e interdizioni. Abbiamo buone idee da perorare. Facciamo il nostro mestiere e che i giornalisti, a iniziare da Bianca Berlinguer, facciano liberamente il loro”. – continua sotto –
Orsini, accuse di “filo putinismo”. Ma il suo è un invito alla “complessità” – Su Orsini, ormai da settimane, piovono polemiche per le sue posizioni definite, spesso impropriamente, “filo-russe”, quando invece, come sostiene il docente della Luiss, dichiaratosi “innamorato degli Usa e dell’occidente”, sono fondate non sulla retorica ma sulla complessità delle vicende trattate. Da qui le sue critiche nei confronti del comportamento “minatorio” avuto dalla Nato, nel pieno silenzio dell’Unione europea, verso la Russia, a cominciare dalle esercitazioni effettuate dall’Alleanza Atlantica in territorio ucraino e in altri stati dell’Est Europa. Critiche, quelle di Orsini, condivise da tantissime persone, soprattutto sui social, dove i video dei suoi interventi sono diventati virali.