Ecco come le Nazioni Unite si sono espresse sull’utilizzo terapeutico della cannabis e quali sono state le conseguenze. – continua sotto –
Se parli di cannabis, preparati a furibonde discussioni con il tuo interlocutore! Questo argomento, infatti, è ancora al centro di accesi dibattiti che spaccano in due l’opinione pubblica e il mondo della politica, soprattutto da quando la normativa italiana permette la vendita della cosiddetta “canapa light”. Da allora, le attività dedicate al commercio di questo prodotto si sono moltiplicate e chiunque può liberamente acquistare erba legale online di qualità.
Tornando al tema del dibattito sulla cannabis, c’è chi la considera una pericolosa sostanza che rappresenta un serio rischio per la salute pubblica, ma ci sono anche coloro che ne intravedono le potenzialità, anche in campo medico, e che la considerano una preziosa risorsa per il benessere del corpo umano. Nonostante i dubbi dell’opinione pubblica, recentemente l’Onu sembra aver preso una posizione chiara in merito a questo argomento, schierandosi in favore dell’utilizzo terapeutico della cannabis.
Nel seguente articolo approfondiremo questo tema, spiegando quali sono le ragioni che hanno spinto le Nazioni Unite a questo importante passo. – continua sotto –
Dall’Oms al Cnd: così le Nazioni Unite hanno deciso di sdoganare la cannabis – Nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato sei raccomandazioni relative alla posizione della cannabis all’interno dei trattati internazionali sul controllo delle droghe, da sottoporre alla Commission on Narcotics and Drugs (Cnd) delle Nazioni Unite.
Tra le proposte dell’Oms, una in particolare ha fatto discutere animatamente fin da subito: rimuovere la cannabis dalla lista delle sostanze a forte rischio di abuso e di ridotto valore terapeutico, contenuta nella Convenzione Unica degli Stupefacenti.
A causa della delicatezza del tema, i 53 Stati membri della Commissione hanno chiesto tempo per studiare la questione, e la votazione ha avuto luogo solo nel dicembre del 2020. L’esito ha evidenziato la spaccatura della Cnd: la proposta dell’Oms è stata accettata con 27 voti favorevoli, 25 contrari e un’astensione. – continua sotto –
Con questo risultato risicato, la cannabis è stata riclassificata come una sostanza con valore terapeutico, decretando il riconoscimento internazionale delle proprietà di questa pianta, anche se, per ora, il suo utilizzo al di fuori della medicina e per scopi non scientifici continua a rimanere illegale.
Come la decisione dell’Onu ha influito sul parere della Corte Europea – Questa straordinaria decisione delle Nazioni Unite ha avuto un enorme rilievo a livello internazionale, e ha persino contribuito, in parte, a un’importante sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito al caso Kanavape.
La Kanavape è un’azienda francese che commerciava e-cig caricate con liquidi a base di Cbd prodotti in Repubblica Ceca, contro la quale il Tribunale di Marsiglia ha istruito una causa ipotizzando il reato di traffico di sostanze stupefacenti.
Il motivo sta nel fatto che la Francia proibisce la produzione di sostanze ottenute dall’estrazione del cannabidiolo dalla pianta della cannabis. In Repubblica Ceca, invece, questi prodotti sono perfettamente legali.
Inizialmente, il processo ha preso una brutta piega per i dirigenti dell’impresa transalpina che sono stati condannati in primo grado a 18 mesi di carcere. L’azienda, però, ha fatto ricorso presso la Corte d’Appello di Aix-en-Provence, la quale ha deciso di richiedere il parere della Corte Europea.
Il massimo organo di giustizia dell’Unione Europea ha esaminato accuratamente il caso e ha deciso che il libero scambio tra i membri dell’Unione può essere interdetto solo quando sussiste un pericolo per la salute pubblica. Secondo la Corte Europea, alla luce della ricerca scientifica e del parere dell’Oms, questo rischio non si configura per quanto riguarda il Cbd.
Insomma, il Tribunale di Marsiglia non aveva alcun diritto di incriminare la Kanavape per aver acquistato il liquido a base di Cbd prodotto legalmente in Repubblica Ceca. Per questo motivo, la causa si è conclusa con la caduta delle accuse nei confronti dell’azienda francese.
Benefici cannabis: ecco cosa dice la scienza – Il tema dell’utilizzo terapeutico della cannabis è ancora molto controverso, ma negli ultimi anni diverse ricerche scientifiche hanno evidenziato le proprietà mediche di questa sostanza, e tali scoperte hanno influenzato la proposta dell’Oms avallata dal Cnd.
Secondo alcuni studi, i cannabinoidi possono essere molto utili nel trattamento dei pazienti affetti da tumore sia per la riduzione della nausea causata dalla chemioterapia che nell’attenuamento dei forti dolori cronici tipici di queste patologie.
Inoltre, Stati Uniti e Unione Europea hanno già consentito il commercio di diversi farmaci a base di cannabis, dalle riconosciute proprietà terapeutiche, tra i quali: il Sativex, uno spray orale a base di Thc e Cbd utilizzato per il trattamento del dolore acuto nei pazienti affetti da Sclerosi Multipla; l’Epidiolex, un farmaco contenente cannabidiolo che si assume oralmente e che è risultato particolarmente efficace contro particolari forme di epilessia che non rispondono ai trattamenti tradizionali, come la sindrome di Tourette e quella di Dravet.
Conclusioni – Abbiamo spiegato in cosa consiste la rivoluzionaria decisione presa dall’Onu in merito alla cannabis. Con questo passo la comunità internazionale sembra proseguire verso un riconoscimento sempre maggiore del suo valore terapeutico, e questa linea politica potrebbe agevolare il raggiungimento della liberalizzazione di questa sostanza. Per ora, in Italia, così come in tanti altri Paesi europei, il discorso “cannabis” rimane fermo al livello della variante “light”, commercializzata da numerosi rivenditori come il noto shop online Justbob, uno dei colossi di questo settore. Solo il tempo ci racconterà l’esito delle vicende che ruotano intorno a questo interessante tema.