Aversa (Caserta) – Il comune di Aversa riduce da 40mila a 15mila i metri quadrati da cedere all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Lo delibererà in occasione della seduta del prossimo Consiglio comunale in programma per la mattinata di sabato. Una decisione che non era stata digerita all’epoca anche al di fuori degli ambienti strettamente politici e che ora ritorna alla ribalta rinfocolando una polemica che non si era mai del tutto sopita. – continua sotto –
«Il Consiglio comunale – ha dichiarato in proposito il vicesindaco Marco Villano, che detiene le deleghe pesanti ad Urbanistica e Lavori pubblici – aveva deciso di cedere all’ateneo 40mila metri quadrati di suolo in via della Repubblica, in pratica l’area in cui veniva effettuata la fiera settimanale nel passato. Da parte sua, l’università si impegnava a realizzare alcune opere di utilizzo collettivo. Ora, invece, avendo ricevuto noi come comune finanziamenti per la forestazione e per la realizzazione di strutture sportive che potremo gestire direttamente, riduciamo il suolo da cedere alla Vanvitelli».
Di tutt’altro parere il presidente del Consiglio comunale, Carmine Palmiero, che sottolinea: «L’amministrazione regalava all’università 42mila metri quadrati di suolo a fronte di alcune opere. Ora, poiché su quell’area abbiamo avuto dei finanziamenti, ne regaliamo una metà senza però che ci siano opere da realizzare a spese dell’Ateneo. Insomma, gli togliamo le incombenze». Palmiero va anche oltre ed evidenzia: «Trovo incoerente con quanto abbiamo promesso ai cittadini in campagna elettorale in relazione al consumo di suolo zero. Anche perché il cittadino, quando si parla di consumo di suolo zero non vuole ascoltare dei tecnicismi, vuole semplicemente che non vi siano altre costruzioni. Questo non avviene con la cessione di suolo alla Vanvitelli che in quell’area realizzerà dei manufatti. Il nostro Ente regala, sebbene in cattive acque, ad un altro ente che ha 192 milioni di attivo. Mi sembra uno schiaffo dato a quei cittadini aversani che pagano regolarmente i tributi».
CASE POPOLARI – Buone notizie, intanto, per i residenti nelle vecchie case popolari cittadine che, grazie all’Acer saranno, man mano, abbattute e ricostruite per una rigenerazione urbana in una zona della città completamente abbandonata a sé stessa. «Premesso che il merito nostro è stato solo quello di essere partner, – ha dichiarato Villano – il responsabile tecnico dell’Acer (l’ente che gestisce le case popolari al posto del vecchio Iacp, ndr) ci ha contatto per sollecitare l’individuazione di un’area di innesto per consentire abbattimento e ricostruzione di edifici fatiscenti di loro proprietà ed abbiamo assicurato di aver fatto la nostra parte». Condizioni di vivibilità in miglioramento, almeno in prospettiva, quindi, per le centinaia di famiglie aversane ospitate in quelle estreme e dimenticate periferie rappresentate dai quartieri delle case popolari, quelli che ad Aversa sono tristemente noti come le “Palazzine”. – continua sotto –
La svolta era stata annunziata nei mesi scorsi grazie al finanziamento di 7,2 milioni di euro nella manutenzione di alloggi, strade e spazi verdi gestiti dall’Acer, l’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale, grazie alla collaborazione tra l’ente che ha preso il posto dell’Iacp e l’amministrazione Golia. Nello specifico, oltre all’abbattimento dell’edificio utilizzato quale archivio dal comune di Aversa, un vero e proprio mostro, previsto anche l’abbattimento di due palazzi fatiscenti con la contestuale ricostruzione. Interamente riprogettata, infine, piazza Giovanni XXIII oggi uno slargo desolante senza forma e respingente.