Aversa, residenza per anziani in zona Cappuccini: “guerra urbanistica” con Puc sullo sfondo

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Guerra in campo urbanistico ad Aversa con la redazione del Puc sullo sfondo. Ricorso al Tar contro la delibera di giunta che (secondo il Comune di Aversa) serviva solo per dare indirizzi ai redattori del Puc ma che, invece, sembrerebbe essere una deliberazione che attua una vera e propria variante urbanistica operata da un organo (la giunta) certamente non deputata all’adozione di un provvedimento con questo contenuto. – continua sotto –

Da queste colonne era già stato ipotizzato all’indomani dell’adozione da parte dell’esecutivo, la conferma viene da un ricorso al Tar Campania della società Lisieux srl, vicina alla famiglia dell’attuale capogruppo del Pd, Paolo Santulli, che, di fatto, almeno stando agli atti, si è vista confermare il proprio diritto alla realizzazione di una residenza assistita per anziani in zona G, in località Cappuccini, per ben quattro volte dai giudici amministrativi, senza che il Comune di Aversa, amministrazioni passate e presente, ne prendesse atto. Anzi, perseguendo in un diniego che, al di là dei convincimenti sull’opportunità di nuove realizzazioni, sembra essere solo persecutorio.

La vicenda inizia nel 2013, quando la società presenta un’istanza per la realizzazione della dimora per anziani. A tale richiesta dava riscontro il dirigente del Settore Edilizia Privata che comunicava alla società che la documentazione presentata a corredo dell’istanza risultava conforme a quanto prescritto dal Regolamento Edilizio vigente e che, nei termini previsti, sarebbero state adottate le relative determinazioni. Tuttavia, con successivo atto, il dirigente si determinava per il diniego del rilascio del permesso di costruire richiesto in quanto la realizzazione di tale intervento da parte di privati necessitava di opportuna convenzione con l’Amministrazione.

Nasceva il primo contenzioso amministrativo con il Tar che, nel 2014, accoglieva il ricorso, annullando il diniego e sancendo l’onere dell’Amministrazione di riattivare il procedimento. La sentenza non veniva appellata e passava in giudicato. Nonostante ciò, il Comune non prestava ottemperanza, rimanendo inadempiente. Nuovo ricorso al Tar nel 2016 per chiedere l’ottemperanza della sentenza pena la nomina di un commissario ad acta. Cosa che avveniva nel 2018 con il Tar che disponeva addirittura il pagamento di 100 euro di penale per ogni giorno di ulteriore ritardo. – continua sotto –

Stante l’immobilismo dell’Ente, arrivava la nomina del commissario, il cui insediamento (finalizzato al rilascio del titolo) faceva improvvisamente sorgere nel Comune un irrefrenabile fervore tanto da convocare un Consiglio comunale straordinario di domenica. Consiglio che, piuttosto che ottemperare alle oramai due sentenze, destinava il suolo interessato a verde pubblico e con esso tutte le zone G. Decisione che veniva comunicata alla Lisieux che dava vita al terzo ricorso anch’esso vincente. La sentenza era impugnata dinanzi al Consiglio di Stato dal Comune di Aversa che confermava le ragioni della società. A fronte di tutto questo giunge la delibera dell’esecutivo che battezza tutte le zone G come verde pubblico.

«Sono state realizzate – ha chiosato lapidario Santulli che al momento è all’opposizione in consiglio comunale – scelte illegittime che possono pilotare, in modo abusivo, il futuro urbanistico della Città, condizionando anche il Puc. Giusto che sia stato presentato un ricorso».

Dal Comune evidenziano che si tratta di una delibera di indirizzo per i redattori del Puc e non di una variante all’attuale Piano, ma, a questo proposito, ci sono divergenze tra quanto indicato nell’oggetto della delibera e il suo contenuto. Intanto, una notizia positiva, è stata assegnata la gara per l’aerofotogrammetria, indispensabile per la redazione dello strumento urbanistico. – continua sotto –

Cosa dovrebbe contenere il Puc di Aversa? Lo abbiamo chiesto all’architetto Gianluca Cioffi, docente di Progettazione Architettonica presso il dipartimento di Architettura della Vanvitelli. «Le principali direttrici di intervento su cui concentrarsi per la riorganizzazione della città, – ha spiegato – dovrebbero essere: il recupero del Centro storico, da ripensare in una ipotesi di riconnessione con le aree periferiche della città, che andrebbero ridisegnate soprattutto in quella che possiamo definire architettura a volume zero, ovvero: parchi, piazze, parcheggi, spazi attrezzati per lo sport, luoghi simbolici e identitari in cui potersi riunire riconoscersi, favorire lo scambio culturale, intergenerazionale e riconoscersi come comunità». «Il sistema di interscambio tra spazi aperti, centro storico e aree periferiche, – ha concluso – potrebbe essere pensato con un piano di mobilità lenta in cui inserire una rete di percorsi pedonali e ciclabili intervallati da aree attrezzate per la sosta. Al fine di ridurre il consumo di suolo, bisognerebbe promuovere la rigenerazione del patrimonio storico, edilizio e soprattutto scolastico. Infine, di particolare importanza è il rafforzamento del ruolo simbolico, identitario e istituzionale che la città di Aversa già riveste, ma che andrebbe maggiormente risaltato».

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