Cesa, ritardi pagamenti operatori ecologici: opposizione chiede Consiglio ad hoc

di Redazione

Cesa (Caserta) – E’ stata una Pasqua di passione per gli operatori ecologici in forza alla ditta “Gpn”, concessionaria del servizio di raccolta rifiuti sul territorio di Cesa, che per l’ennesima volta hanno subìto ritardi nei pagamenti salariali. A denunciare quanto avviene è il gruppo di opposizione “Uniti per Cesa” che ha diffuso una nota in cui annuncia la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale ad hoc. – continua sotto –

Riceviamo e pubblichiamo: «Purtroppo, apprendiamo per l’ennesima volta che, nonostante gli incontri presso il Comune con l’amministrazione e la Gpn, la situazione dei lavoratori in servizio presso il cantiere di Cesa continua ad essere difficilissima. A partire dal 10 febbraio 2021, data in cui venne redatto un verbale sindacale che prevedeva una serie di impegni da rispettare da parte della ditta riferiti ai mancati versamenti delle quote di Tfr a favore dei fondi previdenziali e alle quote trattenute e non versate alle società finanziarie, si sono fatte solo un sacco di chiacchiere.

Anche il verbale del 18 giugno 2021, nel quale fu concordato un piano di rientro per i fondi Tfr che prevedeva una prima rata da erogare in data 21 giugno 2021 e successive 4 rate con scadenza 30/07 – 30/08 – 30/09 – 30/10/2021, è rimasto per ora solo un bel foglietto pieno di fantasie. Per non parlare del mancato versamento delle quote inerenti la copertura sanitaria prevista dalla contrattazione collettiva “Fasda”. E senza dimenticare la ciliegina su una torta veramente indigesta: gli stipendi pagati sistematicamente in ritardo.

Ad oggi le maestranze devono ancora percepire le spettanze di marzo. E cosa ancora più grave, ci è giunta voce di una proposta di pagamento di un acconto di appena 500 euro da parte della ditta. Un’umiliazione inaccettabile per degli uomini e dei lavoratori che svolgono con dedizione il loro lavoro. I lavoratori, anche se evidentemente questo aspetto così importante continua a sfuggire all’Amministrazione, si ritrovano ancora una volta in condizioni di esasperazione e mortificazione totale. I continui ritardi nel pagamento delle spettanze, causano danni enormi alle maestranze che hanno impegni con gli istituti bancari, i quali, a loro volta, applicano penali e trattenute per i ritardi sulle scadenze previste. Disagi di natura economica che si uniscono altre criticità, prime su tutte il rischio epidemiologico, la mancanza di un cantiere sul territorio cesano e le condizioni precarie in cui continuano ad espletare le loro mansioni al servizio della cittadinanza. – continua sotto –

La condizione in cui si trovano i lavoratori del cantiere di Cesa, a cui va il ringraziamento di tutto il gruppo di Uniti per Cesa per quello che fanno quotidianamente, fa male al cuore. Ci dispiace particolarmente vederli affaticarsi per tenere il paese pulito in occasione di passerelle, con servizi extra. Ditta ed Amministrazione provvedano a garantirgli innanzitutto l’essenziale, il necessario, il dovuto, il piatto a tavola.  Per loro, che già sono costretti a lavorare ad organico ridotto (a causa della mancanza dei 3 lavoratori provenienti dal Cub, i cui nominativi sono a disposizione del Comune già da 6 mesi), sarà una Pasqua magrissima e amara.

L’amministrazione comunale, in qualità di organo di controllo e vigilanza, ha il dovere di intervenire affinché venga rispettato il Ccnl di categoria nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Ha, inoltre, l’obbligo di rispettare la legge regionale 14/2016 che prevede la ricollocazione prioritaria dei lavoratori del Cub.

Uniti per Cesa chiederà la convocazione di un Consiglio comunale monotematico sulla condizione in questione. Chi ha delle precise responsabilità in materia, non può più fare finta di niente. È dal 2019 che va avanti questo “teatrino”».

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