La Polizia ha sequestrato a Marcianise (Caserta) nove auto per un valore di circa 200mila euro facenti parte della società di noleggio “Shekke Cars” di Frattamaggiore (Napoli) che era stata oggetto, lunedì 25 aprile, di sequestro preventivo nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sugli affari illeciti del clan Amato-Pagano di Arzano (Napoli), e che aveva portato all’arresto per camorra e altri reati, da parte dei carabinieri, di 27 persone, tra cui il titolare della ditta, Carmine Antonio D’Errico, finito ai domiciliari. Questi era riuscito a sottrarre al sequestro le sue auto cedendole a concessionari del Casertano anch’essi collegati a clan camorristici, che sono stati denunciati per favoreggiamento e trasferimento fraudolento di valori. – continua sotto –
Per la Dda la società di noleggio di Frattamaggiore era nella titolarità di fatto del boss del clan Amato-Pagano, Pasquale Cristiano, e della convivente Angela Merenda (il primo finito in carcere, la seconda solo indagata), e veniva usata per fornire auto e moto agli esponenti del clan per i traffici illeciti, tra cui gli stupefacenti e un giro di estorsioni ai commercianti.
Tra le attività di cui si serviva Cristiano per riciclare e ripulire i proventi dei suoi business vi era anche la gestione del cantante neomelodico Pino Franzese (non indagato). Ma era il noleggio auto uno dei traffici di punta per Cristiano, unito anche alla sua passione per le quattro ruote, come dimostra l’episodio del giugno scorso, quando Cristiano, nonostante fosse ai domiciliari, sfilò lungo le strade di Arzano in Ferrari per festeggiare la comunione del figlio. Molte delle auto di cui Cristiano e i suoi complici si servivano erano proprio intestate alla Shekke Cars di Ftattamaggiore; e così, il giorno dopo il blitz dei carabinieri, è partita la caccia ai veicoli, tra cui anche una moto, che dovevano esserci ma invece mancavano.
I poliziotti del Commissariato di Marcianise guidati da Valerio Consoli ne hanno prima trovate due nelle ore immediatamente successive al blitz, ed era nella disponibilità di un soggetto noto perché ritenuto vicino al clan Belforte di Marcianise; altre sette sono state rinvenute nel deposito di una concessionaria nell’area industriale di Marcianise.