Nella mattinata del 5 aprile, la Squadra Mobile di Caserta, con la collaborazione della Squadra Mobile di Asti, del Reparto Prevenzione Crimine Campania e di personale della Polizia Scientifica di Caserta, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di otto persone, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, plurimi episodi estorsivi – consumati e tentati – detenzione e porto di arma clandestina e danneggiamento, continuati e in concorso. Si tratta di delitti tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa, in quanto realizzati allo scopo di agevolare l’associazione camorristica d’appartenenza, denominata “clan Piccolo – Letizia”, e di affermare la supremazia dell’organizzazione sul territorio di relativa competenza, in particolare i comuni di Marcianise, Macerata Campania, Capodrise e paesi limitrofi. – continua sotto –
I fatti contestati risalgono prevalentemente all’anno 2019, con alcuni episodi commessi in continuazione fin dal 2013. Le persone attinte dal provvedimento, per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, sono Agostino Piccolo, 42 anni, Gaetano Monica, 22, e Salvatore Letizia, 41 (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia); sono stati invece sottoposti agli arresti domiciliari Ottavio Antonio Sorbo, 56, Gaetano Viciglione, 21, Amedeo Belvisto, 60, e Pasquale Regino, 40.
Il provvedimento compendia le risultanze investigative sviluppate dalla Squadra Mobile di Caserta, con il coordinamento della Dda di Napoli, all’indomani dell’emissione dell’ordinanza cautelare eseguita dalla polizia l’8 aprile 2019. Nell’occasione vennero tratti in arresto 30 soggetti pregiudicati, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso poiché appartenenti ai clan Piccolo/Letizia e clan Perreca, quest’ultimo federato con il primo, storicamente in aperta e armata contrapposizione con l’associazione camorristica denominata clan Belforte. Infatti, a fronte dell’uscita di scena dei capi dell’organizzazione, tutti tratti in arresto, e dello sviluppo di importante materiale documentale rinvenuto nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente agli arresti, l’attenzione investigativa si concentrava sui personaggi ritenuti orbitanti nella cerchia degli arrestati.
L’indagine ha permesso di raccogliere plurime fonti di prova in ordine ai reati contestati. In particolare, sono state ricostruite numerose fasi funzionali alla pianificazione e alla realizzazione degli approcci estorsivi, alcuni dei quali commessi mediante intimidazioni armate all’indirizzo degli imprenditori taglieggiati, operanti nei settori più disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro). Le pretese estorsive, che giungevano fino alla somma di 2-3000 euro, da corrispondersi in occasione delle festività natalizie e pasquali, sono culminate talvolta nel danneggiamento, a colpi d’arma da fuoco, delle sedi delle aziende taglieggiate per costringere i titolari a pagare. – continua sotto –
Già nel corso delle indagini, alla luce delle acquisizioni investigative realizzate, è stata sequestrata una pistola semiautomatica calibro 9×21, con matricola abrasa, completa di caricatore contenente 16 cartucce e, quindi, si è proceduto al contestuale arresto in flagranza di uno degli indagati e alla denuncia a piede libero del complice.
Le risultanze delle indagini hanno poi visto il rinforzo delle dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia, soprattutto per quanto concerne la strumentalità delle condotte realizzate ai fini dell’associazione camorristica d’appartenenza. Nel corso dell’esecuzione delle operazioni sono state effettuate perquisizioni personali e domiciliari, le cui risultanze saranno oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi.