Stretta sui consumi energetici per ridurre la dipendenza dal gas russo. Si comincia con lo stop al condizionatore “selvaggio” negli uffici pubblici. A stabilirlo un emendamento al “Decreto Bollette” con le regole che saranno in vigore dal 1 maggio prossimo fino al 31 marzo 2023. – continua sotto –
La stretta riguarda condizionamento e riscaldamento, ma sono gli impianti per rinfrescare che ci fanno consumare di più: negli uffici il 57% dei consumi energetici annuali è legato infatti ai climatizzatori. Con le nuove regole in inverno non si potrà riscaldare oltre i 19 gradi (oggi ne sono previsti 20) e in estate non si potrà scendere sotto i 27, con due gradi di tolleranza.
Per il momento le nuove regole non riguarderanno ospedali, cliniche e case di cura. Mentre il governo starebbe valutando una norma anche per risparmiare sull’illuminazione pubblica, riducendo il numero dei lampioni accesi o le ore della luce notturna.
Con le norme messe in campo con questo decreto, la previsione è di risparmiare circa 4 miliardi di metri cubi di gas nel 2022. Ancora però non è chiaro chi gestirà i controlli per verificare che le regole vengano rispettate. Le sanzioni previste vanno tra i 500 e i 3mila euro. – continua sotto –
Ma chi controlla? Ciò risulta molto complesso per la pubblica amministrazione e ancor di più se la misura dovesse essere estesa alle aziende private e alle case degli italiani. Rispetto ai privati cittadini, comunque, abbassare di un grado le temperature in casa porterebbe già oggi a risparmi di circa il 7-8% sui consumi di gas.
Altro dubbio: tagliare i consumi aiuta davvero l’Italia a essere meno dipendente dal gas russo? Lo sarebbe in parte. Secondo alcuni dati Nomisma, se si spengono del tutto i condizionatori delle famiglie si risparmiano fino a 10 miliardi di metri cubi mentre se si spengono i riscaldamenti se ne risparmiano 20. Ma questo, naturalmente, è uno scenario estremo. Bisogna tener conto del fatto che il grosso dell’energia oggi viene utilizzato da industria, servizi e trasporti. Sono questi i fronti per cui si parla di una necessità di razionamento dei consumi.