Aversa (Caserta) – Stop all’assistenza ai malati psichici ospitati nei gruppi appartamento nell’ambito dei Piani Territoriali Riabilitativi Individuali (Ptri). La data limite è oramai prossima: il 31 maggio. Si tratta di malati che vivono in appartamenti che ricalcano la vita delle famiglie con, ovviamente, la presenza di operatori che li supportano, con l’obiettivo di dare loro dignità e identità. Il problema è nel dettato della legge che prevede per i Ptri un’assistenza di tre anni. Un termine assolutamente insufficiente ed etereo considerato che vi sono pazienti in questa situazione da 15 anni e sono la maggioranza. – continua sotto –
Nel caso di Aversa, dove in questa situazione sono una ventina di pazienti divisi in due appartamenti gestiti da onlus, a lanciare l’allarme la signora Pina Carotenuto, sorella di un paziente, che vorrebbe interessare della vicenda il presidente della repubblica Sergio Mattarella e quello della Regione Campania Vincenzo De Luca. «Mio fratello – ha dichiarato Carotenuto – vive in una residenza al Parco Argo con altri cinque ricoverati. Si trova bene, socializza, è tranquillo. Dicono che dal 1 giugno dovrà venire in famiglia. Noi siamo due sorelle entrambe anziane e non abbiamo possibilità né fisica né economica per mantenerli. Non è possibile che nessuno affronti questa situazione. Abbiamo incontrato il sindaco Alfonso Golia lo scorso 31 ottobre e ci aveva assicurato che gli ostacoli erano stati rimossi. Evidentemente così non è se siamo in queste condizioni».
«Il problema vero – ha confermato da parte sua l’assessore alle Politiche sociali di Aversa, Luigi di Santo – è che queste misure sono temporanee. Sono previsti tre anni ed abbiamo, invece, persone che sono ospitate in queste strutture da oltre 15 anni. Ora l’Asl di Caserta ha deciso di non erogare più la propria parte di retta dopo il 31 maggio. Noi come Comune abbiamo chiesto all’Asl l’elenco dei nostri residenti che hanno patologie che richiedono di continuare. Abbiamo i fondi, ma non vogliamo darli a caso. Purtroppo, credo, che non tutti gli attuali interessati continueranno, ci sarà chi rimarrà fuori semplicemente perché non ha diritto».
Sulla vicenda è intervenuto anche Costanzo Feo, responsabile di una delle due strutture cittadine che ospita i pazienti. «Oggi – ha spiegato Feo – la retta viene pagata a metà tra comune e Asl. Dal 1 giugno quest’ultima non erogherà più fondi a tale scopo per cui rimangono (a meno di fatti nuovi) tre alternative: il comune paga tutta la retta, se ne fa carico la famiglia o il paziente ritorna in famiglia. Il Comune di Aversa, da quanto mi risulta, ha avuto l’elenco dei suoi pazienti dall’Asl, ora bisognerà capire cosa vuole fare l’ente locale». «In questa vicenda – ha concluso – ognuno ha le proprie ragioni. Noi, da parte nostra, siamo pronti al confronto e al dialogo». Al di là della presenza o meno dell’elenco di pazienti aversani presso il Comune, quello che è certo che mancano oramai solo pochi giorni per scongiurare la chiusura di queste strutture socio-sanitarie.