Le mani del clan dei Casalesi sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria e di pavimentazione stradale. E’ quanto emerge da un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, culminata questa mattina nell’esecuzione di misure cautelari per 35 persone e di decreti di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro. – continua sotto –
Le misure (17 custodie in carcere, 17 arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) sono state eseguite dagli uomini della Dia di Napoli, dai militari del comando provinciale carabinieri di Caserta e del Nucleo investigativo centrale del Dap, su delega della Procura di Napoli.
I provvedimenti cautelari, eseguiti nelle province di Napoli, Caserta, Roma, Bari e Lecco, sono stati emessi in due distinti procedimenti dal gip di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di partecipazione alla fazione del clan dei Casalesi riconducibile al boss Francesco Schiavone (nella foto), alias “Sandokan”, nonché di estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione e riciclaggio con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero gli imprenditori Nicola e Vincenzo Schiavone, di 68 e 58 anni, già coinvolti nel maxi processo “Spartacus” (il primo assolto, il secondo condannato a due anni di reclusione), da anni residenti nel quartiere napoletano di Posillipo, le cui attività imprenditoriali nel settore dei lavori e dei servizi ferroviari gestiti da Rfi (non coinvolta nelle indagini) sarebbero state, come ritengono gli investigatori, a sostegno del clan Schiavone. In carcere anche un altro imprenditore ritenuto legato ai Casalesi, Dante Apicella, mentre gli arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di alcuni ex funzionari di Rfi. – continua sotto –
Con un’ordinanza separata sono indagati per rivelazione del segreto d’ufficio il funzionario della banca di credito popolare di Torre del Greco Francesco Chianese, 53 anni, nei cui confronti è stato emesso il divieto temporaneo di esercitare l’attività bancaria per sei mesi, e l’avvocato Matteo Casertano, 42 anni, ai domiciliari, che avrebbero rivelato informazioni riservate a un altro imprenditore al centro dell’inchiesta, Crescenzo De Vito, 43 anni, anch’esso ristretto ai domiciliari.
GLI ARRESTATI – In carcere: Dante Apicella, 56 anni, di Casal di Principe (Caserta; Pietro Apicella, 36, di Casal di Principe; Vincenzo Apicella, 71, di Casal di Principe; Vincenzo Bove, 59, di Sant’Anastasia (Napoli); Carmelo Caldieri, 55, di Giugliano in Campania (Napoli); Luca Caporaso, 46, di Giugliano; Gennaro Diana, 55, di Casal di Principe; Luigi Diana, 62, di Casal di Principe; Mario Diana, 59, di Casal di Principe; Salvatore Diana, 66, di Casal di Principe; Augusto Gagliardo, 48, di San Cipriano d’Aversa (Caserta); Antonio Magliulo, 44, di Casal di Principe; Claudio Puocci, 58, di Casal di Principe; Francesco Salzillo, 46, di Casal di Principe; Luigi Scalzone, 40, di Casal di Principe; Nicola Schiavone, 68, di Casal di Principe; Vincenzo Schiavone, alias “‘o Trick”, 58, di Casal di Principe. Ai domiciliari: Luigi Belardo, 49 anni, di Orta di Atella (Caserta); Pierfrancesco Bellotti, 44, di Roma; Giulio Del Vasto, 47, di Napoli; Crescenzo De Vito, 43, di Giugliano; Giancarlo Diana, 53, di Casal di Principe; Vincenzo Diana, 68, di Casal di Principe; Paolo Grassi, 50, di Oggiono (Lecco); Massimo Iorani, 59, di Roma; Leonardo Loiacono, 69, di Noicattaro (Bari); Angelo Massaro, 48, di Casal di Principe; Fioravante Palmese, 40, di Casal di Principe; Raffaele Palmese, 44, di Casal di Principe; Antonio Petrillo, 49, di Casal di Principe; Luigi Petrillo, 56, di Casal di Principe; Giuseppe Russo, 70, di Napoli; Fabio Salzillo, 41, di Caserta, Mario Zara, 31, di Casal di Principe. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: Umberto Di Girolamo, 56 anni, di Marano di Napoli.