I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Aversa, all’esito di un’articolata attività di indagine, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di sette persone di cui tre di custodia cautelare in carcere e quattro di arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta di questa Procura della Repubblica. – continua sotto –
Le indagini svolte negli ultimi mesi dell’anno scorso hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in relazione a numerose condotte di cessione di cocaina ed ad una ipotesi di tentata estorsione collegata alla sottrazione di diversi chilogrammi di hashish da un carico di 100 chili occultato nel territorio di Orta di Atella e destinato alla successiva commercializzazione.
Le operazioni d’intercettazione telefonica disposte sulle utenze nella disponibilità degli indagati si sono rivelate estremamente efficaci disvelando modalità, tempi e luoghi in cui avvenivano le richieste e le consegne di droga nonché la piena e continuativa sinergia tra i soggetti che si approvvigionavano della droga con quelli che la “piazzavano” in diverse zone dell’ampio territorio di Giugliano e della provincia di Caserta in cui operavano.
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, inoltre, si sono rivelati immediatamente dimostrativi di un’attività di spaccio che, gestita attraverso continuative comunicazioni telefoniche, essenziali e spesso prive di significato compiuto, tra acquirenti e spacciatori ed un linguaggio convenzionale, riforniva di piccoli quantitativi di cocaina e raramente anche di hashish un numero elevato di acquirenti sempre negli stessi luoghi ed, in particolare, nei pressi di noti bar e pizzerie agevolmente individuabili. – continua sotto –
Gli indagati in meno di tre mesi d’indagini benché privi di una vera e propria struttura organizzata, risultavano estremamente operativi con centinaia di conversazioni telefoniche giornaliere, tutte con una durata brevissima di 10/40 secondi e finalizzate a definire il numero di dosi e la località di incontro con il pusher che provvedeva alla consegna.
Le attività di osservazione e di pedinamento della Polizia Giudiziaria a cui conseguiva, in alcuni casi anche il sequestro della droga, consentivano di accertare una fiorente attività di distribuzione di piccole dosi, non più di 20 da 0.30 grammi ciascuna ed un numero elevato di cessioni quotidiane fino a raggiungere circa 100, pari a 70 euro per grammo e a circa 1 chilogrammo al mese per un valore di 70mila euro mensili.
I destinatari delle misure gestivano la lucrosa attività senza una base operativa e con una prospettiva di vita breve, dando vita ad un modello di distribuzione itinerante che fondato su risalenti e stabili rapporti, anche di natura personale, con gli acquirenti si avvaleva dell’intervento, con funzioni meramente esecutive, di un altro soggetto o di altri soggetti per la consegna della droga. – continua sotto –
Nel ricostruire le modalità attraverso le quali veniva svolta l’attività di spaccio, per come emersa dalle conversazioni intercettate e dai riscontri eseguiti dalla polizia giudiziaria, il gip ripercorreva le tappe più importanti dell’indagine evidenziando gli eventi che avevano determinato una momentanea criticità nella distribuzione della droga, come ad esempio l’arresto di un pusher, o che avevano ulteriormente incrementato le difficoltà investigative, come ad esempio le condotte di favoreggiamento commesse da alcuni acquirenti abituali concretizzatesi nel disvelamente dei controlli eseguiti dalla polizia giudiziaria nei luoghi di abituale cessione a cui conseguiva la immediata sostituzione delle schede telefoniche.