“Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati: è la posizione dell’Italia, dell’Ue e che ho condiviso con Biden”. Lo ha detto, durante un’informativa al Senato sulla guerra in Ucraina, il premier Mario Draghi. Citando le espulsioni da parte di Mosca di diplomatici italiani avvenute mercoledì, Draghi le ha definite “un atto ostile che però avviene dopo espulsioni di diplomatici russi da parte di Paesi europei. E’ necessario tenere aperti i canali di dialogo con la Russia”. – continua sotto –
“Indagare sui crimini di guerra” – “Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile – ha ripreso Draghi -. La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni anche a Kiev. L’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra”.
“Incoraggianti i contatti Pentagono-Mosca” – Negli “incontri” avuti negli Usa, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata in campo transatlantico e in Ue. Questa posizione ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace”. I contatti tra “il capo del Pentagono e il ministro della Difesa rappresenta un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra”.
14 milioni di ucraini via dalle loro case – Draghi ha sottolineato che “14 milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case e ci sarebbero quasi 6 milioni e 700mila sfollati”. Inoltre ha evidenziato che “la speranza di conquistare vaste aree del Paese si è scontrata con la resistenza del popolo ucraino”. – continua sotto –
“Aiuti militari a Kiev” – Il premier ha quindi “ringraziato il Parlamento, la maggioranza e la principale forza di opposizione per il sostegno al governo per affrontare la crisi. La risoluzione ha impegnato il governo a sostenere dal punto di vista militare e anche umanitario Kiev e tenere alta la pressione sulla Russia anche attraverso sanzioni” e ha guidato in modo chiaro l’azione di governo e rafforzato la nostra posizione a livello internazionale. Il governo intende muoversi nel solco di questa risoluzione”.
“Kiev deciderà quale pace accettare” – Inoltre, Draghi ha affermato che “l’Italia si muoverà con i partner europei e gli alleati per ogni possibilità di mediazione, ma sarà l’Ucraina e non altri a decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile”. Ha poi ribadito che l’espulsione di 24 diplomatici italiani da parte di Mosca “è un atto ostile che ricalca decisioni simili prese verso altri paesi europei e risponde a espulsioni di diplomatici da parte italiana. E’ essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione russa e solo da questi canali di dialogo con la Federazione russa ed è solo da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale”.
“Indipendenti dal gas russo entro il 2024” – Draghi ha poi affrontato il tema energetico spiegando: “Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno. Durante la mia visita a Washington ho condiviso con il presidente Biden la strategia energetica italiana e siamo d’accordo sull’importanza di preservare gli impegni sul clima che l’Italia intende mantenere”. – continua sotto –
“Abbattere la burocrazia per energie rinnovabili” – Per “diversificare i nostri fornitori ci siamo mossi rapidamente” con l’obiettivo “di incrementare le forniture di gas naturale di cui abbiamo bisogno come combustibile di transizione”, ma anche per “aumentare la produzione di rinnovabili”. C’è la “massima determinazione per eliminare i limiti burocratici alle rinnovabili per distruggere le barriere agli investimenti”.
“Prezzi in rialzo, rischio crisi umanitaria in Africa e Medio Oriente” – Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato che il pericolo della guerra è anche quello di innescare una “crisi alimentare” e ha spiegato: “L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito e ha toccato a marzo massimi storici. Si rischiano effetti disastrosi in particolare per alcuni Paesi di Africa e Medio Oriente dove aumenta il pericolo di crisi alimentari”.
“Pronti ad aumentare il contingente Nato” – “La Nato – ha chiarito Draghi – ha intensificato le azioni sul fianco orientale e il contributo italiano è pari a 2.500 unità e nel medio periodo siamo pronti a rafforzare in Ungheria e Bulgaria il nostro impegno con rispettivamente 250 e 750 unità in linea con l’azione dei nostri alleati e valutiamo il sostegno alla Romania per lo sminamento marittimo del mar Nero e anche alla Slovacchia nella difesa antiaerea”.