Aversa (Caserta) – Bacchette a go-go nella politica aversana. Basta che l’assessore alle Politiche sociali, Luigi Di Santo, non partecipi ad una seduta di giunta, perché colpito da Covid, e subito sono pronti i detrattori a farsi avanti per chiedere il rimpasto per liberare la poltrona. – continua sotto –
La sua assenza viene messa, in cattiva fede, in relazione ad un suo presunto, ma assolutamente inesistente, dissidio con la maggioranza arcobaleno che sostiene Alfonso Golia. Una poltrona occupata da una persona che è considerata, sin dalla sua nomina, un “corpo estraneo”, docente universitario, lontano dai giochi della politica, soprattutto quella città. La sua logica, il suo lavoro da assessore ha portato una ventata nuova in un settore dove le clientele facevano parte del panorama. Probabilmente, dà troppo fastidio a chi non è abituato a fare le cose per senso civico e non per interesse personale. Non a caso, ad esempio, si è incaponito nell’utilizzare le case confiscate ai camorristi per fini sociali.
Lui si definisce un cattolico progressista, c’è chi dice che lo avrebbe indicato il vescovo Spinillo. Non sappiamo se sia vero o meno, ma apprezziamo Di Santo perché non è di quei cattolici che si battono il petto in chiesa per poi pensare solo a sé stessi. Un po’ come certi consiglieri comunali di maggioranza che vorrebbero fuori dai giochi uno dei pochi, pochissimi, assessori che non sono lì a scaldare la sedia e a percepire una immeritata indennità mensile. Buona guarigione assessore Di Santo e buon travaso di bile ai “bacchettisti” di professione.