Cesa (Caserta) – «Abbiamo appreso che altri 4 lavoratori del Cub Napoli-Caserta sono ritornati a lavorare dopo tanti anni, come loro sacrosanto diritto. Gli ultimi comuni ad aver ottemperato alla legge regionale in materia, sono stati quelli di Casagiove, Santa Maria Capua Vetere e Villa Literno. A Cesa, invece, tale legge sembra non esistere. Evidentemente non rientra nel programma di semina di “cose belle”. – continua sotto –
La Gpn continua ad operare a Cesa con un organico ridotto (a causa della mancata assunzione dei 3 lavoratori provenienti dal Cub, i cui nominativi sono a disposizione del Comune e della ditta già da oltre 7 mesi). L’amministrazione comunale, in qualità di organo di controllo e vigilanza, ha il dovere di intervenire affinché venga rispettato il Ccnl di categoria nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Ha inoltre l’obbligo di rispettare la legge regionale 14/2016 che prevede la ricollocazione prioritaria dei lavoratori del Cub.
L’utilizzo sistematico e senza rotazione di alcuni stagionali sul cantiere di Cesa, è contro la legge e potrebbe dar luogo a contenziosi per la stabilizzazione degli stessi. Chi ha delle precise responsabilità in materia, non può più fare finta di niente. Vi sono stati già due passaggi di cantiere senza che si ottemperasse alla legge. Alterare la platea del personale destinato o da destinare ai servizi d’igiene urbana, immettendo ulteriori unità nel ciclo integrato dei rifiuti o prevedere di farlo, in violazione alle norme in vigore, crea un danno erariale alle casse comunali e un disagio esistenziale alle unità dipendenti del Cub, impegnate nel percorso del piano Regionale Straordinario aventi diritto e priorità di collocazione al lavoro sul territorio nel segmento dei rifiuti.
Il Comune di Cesa, attraverso il proprio gestore del servizio, la Gpn, ha l’obbligo di integrare le unità mancanti (3) con l’assunzione dei dipendenti del Cub, applicando tassativamente l’articolo 44 della Legge Regionale numero 14 del 2016. Il tempo a disposizione è abbondantemente scaduto e le conseguenze potrebbero essere pesantissime. – continua sotto –
Recentemente si sono aggiunti anche il problema dei pignoramenti che si tradurrà in problemi di liquidità per la ditta e di conseguenza in ulteriori difficoltà per il pagamento delle spettanze ai lavoratori e il flop della “Casa dell’acqua”, con successivo affidamento ad un’altra ditta. I lavoratori, anche se evidentemente qualcuno finge di non vedere, operano in condizioni critiche, anche per la mancanza di un cantiere sul territorio cesano (come da capitolato).
Ci dispiace averli visti ancora una volta affaticarsi per tenere il paese pulito in occasione di “eventi” e “visite”, con servizi extra eseguiti manualmente per sopperire alla mancanza di servizi come l’utilizzo della spazzatrice, scomparsi nuovamente dai radar. La coperta è corta e certi giochi di prestigio non riescono più a mascherare una realtà che è totalmente diversa da quella messa nero su bianco nel contratto».
Il Gruppo di Opposizione “Uniti per Cesa”