Aversa (Caserta) – Il tribunale di Napoli Nord colpisce un locale della movida, ma di Frattamaggiore, determinando un precedente che potrebbe essere utilizzato anche ad Aversa dove la “movida molesta” la fa da padrone. – continua sotto –
“La sostanza – afferma l’avvocato Carlo Maria Palmiero, che rappresentava due residenti – è che le mie clienti erano esasperate dal perpetuarsi, fino ad ora tarda, di rumori provenienti dalle attività di ristorazione svolta all’esterno, in uno spiazzo adiacente ad un distributore di carburante, posto al di sotto della loro proprietà, che si protraeva fino a tarda notte. Il giudice ha riconosciuto, dopo aver ascoltato gli informatori e avere verificato l’esito di una consulenza tecnica d’ufficio, che il rumore prodotto dagli avventori e da quella attività, di tanto in tanto accompagnato anche da esibizioni musicali all’aperto, superavano la normale tollerabilità, ritenendo, così, prevalente il diritto alla quiete delle istanti.
“È stata una battaglia che si è protratta per oltre un anno, senza esclusione di attività processuale, che alla fine ha premiato i giusti interessi delle ricorrenti al riposo”, sottolinea Palmiero, che è anche presidente della locale Camera Civile, per il quale “questo provvedimento costituisce uno dei primi del tribunale di Napoli Nord in Aversa e potrà essere modello per tutti coloro che si dolgono della mala movida”.
Nello specifico, il giudice ha ordinato al titolare del locale “l’immediata cessazione delle immissioni di rumore ed odore provenienti dall’esercizio della propria attività commerciale, adottando tutte le misure tecniche idonee alla loro eliminazione”. Per quanto concerne i fumi, è stata ordinata “una corretta manutenzione del sistema controllo/sostituzione dei filtri della centralina CAT 6000”; mentre, per i rumori, “l’utilizzo di un limitatore di potenza in sostituzione a quello presente come meglio descritto nella relazione del consulente tecnico d’ufficio”. – continua sotto –
Il tribunale ha, inoltre, ordinato l’eliminazione dei tavolini posti all’esterno del locale e condannato il titolare al pagamento di 100 euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento e delle spese processuali.