Il boss Cosimo Di Lauro è morto questa mattina, nel penitenziario di Milano Opera, dove era detenuto al regime del carcere duro dal 2005 quando fu arrestato durante la prima faida di Scampia a Napoli tra i fedelissimi del clan Di Lauro e i cosiddetti “Scissionisti” (o “Spagnoli”), guidati dagli Amato-Pagano, che provocò oltre 100 morti in meno di un anno. – continua sotto –
Alle 7.10 la comunicazione all’avvocato difensore Saverio Senese: “Suo assistito è deceduto”. Aveva 49 anni ed era recluso per 416 bis e omicidio. La difesa aveva chiesto più volte una perizia per turbe psichiche sospette. Sono ignote ancora le cause del decesso. Secondo quando si è appreso sarebbe stata disposta l’autopsia.
In carcere dal 2005, Cosimo era figlio di Paolo Di Lauro (alias “Ciruzzo ‘o milionario”), capo clan dell’omonima organizzazione camorristica di Secondigliano, e fratello di Marco, anche lui detenuto in regime di carcere duro, in Sardegna. Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Massimo Marino, cugino di Gennaro detto “Mekkey”, e quello di Mariano Nocera, uomo del clan Abete-Abbinante. Era anche imputato per l’omicidio di Carmela Attrice, mamma di un ras che per nascondere il figlio dalla faida fu ammazzata. Mentre era stato assolto con formula piena dagli omicidi di Gelsomina Verde e Attilio Romanò, vittime innocenti della camorra.
Secondo i suoi avvocati aveva turbe psichiche, allucinazioni, rifiutava la terapia, non voleva incontrare i familiari. Già nel 2008 arrivò la prima perizia di parte secondo cui le condizioni di salute del detenuto non erano nate improvvisamente o per effetto di una simulazione, ma erano piuttosto il risultato di un lento processo.
La figura di Cosimo Di Lauro aveva ispirato il personaggio di Genny Savastano nella serie televisiva Gomorra.