Si trova nel carcere di Secondigliano, a disposizione dell’autorità giudiziaria, Giosuè Fioretto, il 59enne, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto contiguo al clan dei casalesi, fazione Bidognetti, che dovrà rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso. – continua sotto –
All’uomo i carabinieri della compagnia di Marano di Napoli sono arrivati grazie all’amministratore di una società di metalli di Castel Volturno (Caserta) che ha deciso di non “piegarsi alla camorra”. Da lui, si legge in una nota dei militari, “pretendevano 5mila euro per poter continuare a lavorare ‘serenamente’ ma ha chiesto aiuto ai carabinieri”. All’appuntamento per “saldare il conto” i militari con il loro intervento “hanno messo le manette all’estorsore”.
Originario di Mugnano di Napoli, Fioretto, ex convivente della sorella della collaboratrice di giustizia Anna Carrino, ex compagna del boss Francesco Bidognetti, secondo gli investigatori è stato per lungo tempo punto di riferimento della fazione dei Casalesi, guidata dallo stesso Bidognetti, detto “Cicciotte ‘e mezzanotte”, capo storico dell’omonimo gruppo, condannato all’ergastolo, nello spaccio della droga, nelle estorsioni nel napoletano e nell’azione di contrasto ai sodalizi avversari. Collaboratori di giustizia lo hanno indicato come persona legata prima a Francesco Bidognetti, e poi, dopo l’arresto di quest’ultimo, ad Aniello Bidognetti, come suo uomo di fiducia cui avrebbe fornito assistenza durante la latitanza.
Nel 2008 fu arrestato con l’accusa di associazione mafiosa e illecita concorrenza con minaccia e violenza, perché, in concorso esponenti di primo piano del clan dei casalesi, tra i quali il capo dell’ala stragista della cosca, Giuseppe Setola, condannato all’ergastolo, avrebbe portato a termine “atti di illecita concorrenza, a vantaggio di imprese facenti capo all’organizzazione, di fatto, in particolare ad Alfonso Schiavone“. E questo “mediante l’esclusione, nel periodo invernale di tutte le ditte operanti nel settore della installazione e gestione dei videogiochi nei pubblici esercizi di Villa Literno e Castelvolturno e zone limitrofe, mentre durante l’estate obbligavano la sostituzione dei videogiochi ai titolari degli stabilimenti balneari del litorale domiziano”.