Proseguire con l’irrigazione, nonostante la situazione sia da “semaforo rosso”. E’ l’indicazione arrivata dall’Osservatorio sul Po, che si è riunito per affrontare il problema della siccità. La proposta arrivata è quella di un provvedimento transitorio per equilibrare l’uso dell’acqua rimasta: diminuire i prelievi del 20% per continuare comunque l’irrigazione, ma garantire l’afflusso di acqua anche al delta. Intanto, a quanto si apprende da ambienti delle Regioni, sul tavolo della Commissione delle politiche agricole della Conferenza, spunta l’ipotesi di ordinanze regionali per razionare l’acqua al Nord. – continua sotto –
Le Regioni intendono chiedere al governo la dichiarazione dello stato di emergenza proprio per la siccità, in modo da dare priorità all’uso umano e agricolo della risorsa idrica e in modo da mettere a disposizione risorse, anche del Pnrr, per creare nuovi invasi. A comunicarlo è stato l’assessore veneto all’Agricoltura Federico Caner, coordinatore della commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni. Questi punti sono all’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni, prevista per mercoledì 22 giugno.
“La situazione è delicata – avverte il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli -, presto ci aggiorneremo a livello politico. Oggi ci sarà un importante incontro fra i capi di gabinetto di tutti i ministeri coinvolti: Mipaaf, Mite, Mef, Affari regionali. Poi ci aggiorneremo a livello politico”.
Allarmante il segnale del “cuneo salino”, che nel Po ha raggiunto i 21 chilometri: il dato è emerso proprio nei lavori dell’Osservatorio per il Po convocato dall’Autorità di bacino a Parma per fare il punto. Quando la portata è troppo debole infatti, l’acqua salata del mare “risale” lungo il corso del fiume, rendendola inutilizzabile per l’irrigazione. A Pontelagoscuro, nei pressi di Ferrara, è stata registrata una portata di 180 metri cubi al secondo, sintomo di uno stato di “estrema gravità idrica”. – continua sotto –
Verso ordinanze regionali per razionamento dell’acqua al Nord – Valutare la possibilità di ordinanze regionali per razionare l’acqua al Nord, come il divieto di riempimento delle piscine e privilegiare l’uso dell’acqua per i fabbisogni primari. È una delle ipotesi, a quanto si apprende da ambienti delle Regioni, sul tavolo della Commissione delle politiche agricole della Conferenza. L’intenzione dei governatori sarebbe di chiedere in maniera compatta al Governo lo stato di emergenza al Nord. In alcuni territori, inoltre, ci sarebbero già accordi con le aziende energetiche per l’aumento della percentuale di uso di acque lacustri a scopi umani o agricoli.
In Trentino -60% di neve nei ghiacciai – Situazione sempre più difficile anche in Trentino, dove i ghiacciai sono in ritirata dopo uno degli inverni più siccitosi dal 1921 a oggi, dice la Commissione glaciologica della Società alpinista tridentina, che con gli scienziati del Muse di Trento monitora lo stato di salute di ghiacciai e nevai. “E’ stata misurata una quantità di neve compresa tra il 50 e il 60% in meno del valore medio – dice il report -. A fine maggio diverse fonti glaciali si presentavano già prive di copertura nevosa, con circa un mese di anticipo rispetto alla media degli ultimi 20 anni”.