Aversa (Caserta) – Si chiama Regolamento Edilizio Sostenibile quello presentato a cittadini, addetti ai lavori e associazioni dai redattori dal sindaco Alfonso Golia e dal vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Marco Villano, prima di giungere in Consiglio comunale, dopo essere stato approvato in commissione consiliare Urbanistica all’unanimità, proprio su iniziativa di Villano. – continua sotto –
L’atto contiene delle previsioni all’avanguardia per quanto riguarda l’edilizia sino a giungere a edifici praticamente autosufficienti, suoli permeabili benché utilizzati e così via. Un atto che alcuni esperti del settore ritengono solo di facciata tenuto conto che non vi sarebbero prescrizioni, ma solo dei buoni consigli. Affermazione non condivisa dal sindaco Golia che evidenzia come le previsioni del Regolamento Edilizio Sostenibile vanno rispettate così come prevedono le leggi nazionali che ne sanciscono il rispetto.
«La vivibilità di una città – affermano in maggioranza – passa attraverso la “qualità” delle sue architetture (pubbliche e private, edifici e spazi pubblici), ma la “qualità” è una questione complessa di tipo prevalentemente “culturale”. Non esistono norme che possano garantire la “qualità” dell’edilizia cittadina. La sostenibilità, invece, può essere normata e incentivata. Da una ricerca risulta che il 15% dei comuni italiani ha introdotto norme di sostenibilità nei propri regolamenti, con una distribuzione concentrata al nord. Il primo passo è incrementare il numero di comuni dotati di norme simili, al nord come al sud, raggiungendo al tempo stesso un’omogeneità di argomenti, problematiche e soluzioni. È una sorta di immunità di gregge da raggiungere».
«Il Comune di Aversa, dotandosi di questo regolamento, propone una azione concreta sulla strada della creazione di positivi ambienti di vita. Il Res di Aversa, oltre a norme prescrittive, – afferma il numero due dell’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia – individua norme comportamentali: punta sulla sensibilità degli utenti e ne chiede la collaborazione. L’impostazione di previsione e controllo ha mostrato il limite dell’assenza di un ragionamento comune. Parole come “conoscenza integrata” e “partecipazione” sembravano relegate alle esperienze degli anni Settanta: tornano invece di attualità innervate dall’esigenza di ascoltare i bisogni dei territori. Il risultato raggiunto costituisce una svolta di discontinuità, ma soprattutto avvia processi di confronto nell’intero territorio. Il tema è arrivare a norme di scala territoriale (intercomunale, città metropolitana, regione, nazione) coordinate e condivise». – continua sotto –
A fronte di questa novità, che, in verità, è comune ad altri paesi della Penisola, c’è un Regolamento Edilizio che risale al lontano 1973, quando è stato redatto, per poi essere approvato l’anno successivo. Basti pensare che al suo interno si parla ancora di licenza edilizia per costruire. Un vero e proprio reperto di archeologia urbanistica che nessuno ha pensato mai di aggiornare, nemmeno quando si è parlato di concessione edilizia, di permesso a costruire e così via. Un Regolamento, questo dell’edilizia sostenibile, messo sul tavolo, forse, anche con l’intento di rabbonire le associazioni ambientaliste cittadine che negli ultimi tempi hanno evidenziato come ad Aversa molti edifici a un piano con aree verdi stavano lasciando il posto a palazzoni di quattro, cinque piani in diverse zone della città. «Purtroppo, – ha spiegato lo stesso Villano – abbiamo le norme del piano casa che consentono un ampliamento del 20% della volumetria preesistente e ci tocca subirle».