Gricignano (Caserta) – Ha lasciato la vita terrena alla veneranda età di 97 anni Nicolina Lanzano, sorella di monsignor Pasquale Lanzano, parroco di Gricignano dal 1943 al 1985. Una folla di familiari e fedeli ha partecipato ieri pomeriggio alle esequie, celebrate nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo. – continua sotto –
Una vita, la sua, accanto al fratello sacerdote che ha accudito amorevolmente fino alla sua scomparsa nel 1999. Qualche tempo dopo, dalla casa canonica di piazza Municipio, dove aveva vissuto per quasi 60 anni, si trasferì in via Nazario Sauro dove si è spenta serenamente. Due fratelli, Pasquale e Nicolina, che rappresentano uno dei più importanti pezzi di storia dello scorso secolo per la comunità gricignanese. Dopo aver ceduto la guida della parrocchia nel 1985 all’altrettanto compianto monsignor Nicola Ronza, monsignor Lanzano era rimasto parroco emerito continuando a celebrare messa fino a poco prima della sua dipartita.
Nascita e studi – Originario di Frattaminore (Napoli), dove nacque il 27 luglio del 1910, Lanzano frequentò il Seminario di Aversa e quello pontificio di Posillipo. Ordinato sacerdote il 15 luglio del 1934, studiò all’Istituto Orientale di Napoli e divenne insegnante di francese e religione in diversi istituti della città di Aversa. Il 30 gennaio 1943 fu nominato parroco di Gricignano, qualche decennio dopo avrebbe ricevuto la nomina a monsignore da Papa Paolo VI. Il suo insediamento, il 31 gennaio del ’43, avvenne poco prima di un massiccio bombardamento degli Alleati. Erano i giorni della ritirata del Don che segnò la disfatta italiana in Russia e della resa di Stalingrado da parte dell’esercito tedesco.
La riqualificazione della chiesa a proprie spese – Fu il primo a far realizzare, nel 1953, ben 80 anni dopo gli ultimi interventi di riqualificazione, datati 1875, un ammodernamento della chiesa di Sant’Andrea, risalente al 1300. A proprie spese, il monsignore fece allargare i due cappelloni di destra e di sinistra, per il quale si rese necessario acquisire dal Comune parte del largo pubblico di via Casolla adiacente alla chiesa. Per farlo dovette comprare dal Comune l’interno marciapiede dove oggi è situata la statua di San Pio. I lavori gli costarono molto, tant’è che dovette vendere alcuni alberi di noci della sua proprietà di Frattaminore e scambiare i buoni fruttiferi intestati a lui, alla madre e alla sorella. Dal Comune nessun contributo, un’offerta (5mila lire) arrivò solo dalla signora Elvira, moglie del cavaliere Benedetto Di Ronza. Venne inoltre sostituita la scala di legno del campanile, allargata la sacrestia e rifatti tutti gli stucchi, arredi sacri e suppellettili. Durante i lavori di scavo per l’allargamento del cappellone sinistro, furono portate alla luce tracce indelebili del passaggio per quel luogo di un antico corso d’acqua che si presuppone provenisse dalle parti della cappella dell’Annunziata di via Aversa proseguendo poi per via Casolla verso il cimitero.
L’opera di “pacificazione” del popolo – Per un po’ di tempo rimase senza un soldo ma pieno di soddisfazione nell’aver dato ai fedeli una chiesa più moderna e funzionale che potesse anche contribuire a pacificare un popolo, quello di Gricignano, che lui definiva “buono” ma “molto diviso per antichi rancori familiari” e facile a commettersi “dispetti”, arrivando al punto di tenere calorose prediche e formare, con l’aiuto di padri passionisti, gruppi di “pacieri”. – continua sotto –
L’attività culturale – Ancora oggi monsignor Lanzano viene da tutti ricordato come un uomo forte, dal piglio deciso, schietto, ma al tempo stesso caratterizzato da una grande umanità, senza dimenticare la statura culturale che si evince dalla sua attività scolastica e filosofica. Le sue memorie sono racchiuse nel “Diario”, volume pubblicato nel 1993 dove racconta la sua storia personale e sacerdotale, affrontando tematiche ancora attualissime, come il decadimento morale, l’aborto, i cambiamenti climatici, l’islamismo, e commentando le opere dei suoi romanzieri preferiti, come Alessandro Manzoni e Victor Hugo. Proprio citando l’autore de “I Promessi Sposi”, al termine di una poesia Lanzano fa una riflessione che non sembra affatto sia “vecchia” di 30 anni: “Poche gocce d’acqua quante cose insegnano, sia ideali che reali, a questi nostri tempi di aborti, di tangenti, di ruberie, di uso di violenza come norma del più forte; per dirla col Manzoni ‘Gloria di non aver pietà di niente’”.