Due minuti dopo l’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (Salerno), sul telefono del tenente colonnello Fabio Cagnazzo arriva una telefonata da parte del carabiniere Luigi Molaro, all’epoca suo braccio destro, rimasta senza risposta. – continua sotto –
Un dato “inquietante” secondo la Direzione distrettuale antimafia di Salerno che ha perquisito e indagato i due militari dell’Arma insieme ad un terzo ex sottufficiale Lazzaro Cioffi, tutti accusati anche di omicidio perché i successivi presunti depistaggi da essi messi in atto, secondo l’accusa, sarebbero stati “preordinati”.
Sul caso indagano i carabinieri del Ros di Roma e quelli di Salerno che ieri hanno eseguito un decreto di perquisizione nei loro confronti e di altri sei indagati a vario titolo coinvolti nell’uccisione di Vassallo, il “sindaco pescatore”. L’ipotesi investigativa è che Vassallo sia stato ucciso perché voleva svelare un traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli di cui era venuto a conoscenza. Il sindaco venne ucciso a colpi di arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, una frazione di Pollica, mentre rincasava a bordo della sua auto.
Le nuove indagini, spiega il procuratore della Repubblica di Salerno Giuseppe Borrelli, riguardano anche “lo svolgimento e le reali finalità” di una serie di attività investigative messe in atto subito dopo il delitto, e senza delega da parte della competente Procura salernitana, “che ebbero quale effetto quello di indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei all’omicidio”. D’altro canto, aggiunge Borrelli, il decreto di perquisizione si basa su “una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall’indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli”. – continua sotto –
Un collegamento che ha consentito di utilizzare i risultati di attività tecniche svolte dalla Dda napoletana nell’ambito di altre inchieste. Il procuratore della Repubblica di Salerno precisa che le ultime ipotesi investigative sono “suscettibili di ulteriore verifica nel corso del procedimento, anche alla luce delle complessive acquisizioni probatorie, tuttora coperte da segreto investigativo”.