Aversa (Caserta) – L’idea era buona e la cittadinanza l’ha condivisa perché stanca di tanti pasticciacci che avvenivano con le amministrazioni comunali degli ultimi anni, caratterizzate da cambi di casacca dei consiglieri che passavano dalla maggioranza all’opposizione e viceversa, offendendo chi li aveva scelti per rappresentare l’espressione del partito o della lista che apparteneva ad una ben precisa coalizione di destra o di sinistra. Fidandosi del motto “non farò accordi con nessuno” hanno dato la massima fiducia ad Alfonso Golia che, vincendo il ballottaggio contro Gianluca Golia, il 2 giugno 2019 è diventato sindaco di Aversa. – continua sotto –
Successivamente ha presentato la Giunta definita di “alta professionalità” in cui erano presenti Luigi Fadda, Nicola Carpentiero, Mena Ciarmiello, Eleonora Giovene di Girasole, Luigia Melillo, Ciro Tarantino, Benedetto Zoccola. Tre anni dopo quella Giunta di alta professionalità è sparita, al suo posto è arrivata una nuova composta da Marco Villano, Luigi di Santo, Luigia Melillo, Giovanni Innocenti, Elena Caterino, Francesca Sagliocco, Francesco Sagliocco, professionisti sicuramente di qualità sovrapponibile a quella degli assessori della prima ora, dei quali è sopravvissuta solo Melillo. Giunta che, per la presenza di assessori provenienti dalle fila dell’opposizione, sembra essere frutto di un nuovo indirizzo di governo della città, quello “vecchio” e ben conosciuto dagli elettori, in cui si fanno accordi con tutti, venendo meno agli impegni presi con l’elettorato dal momento che non solo in esecutivo ma anche nel consiglio comunale sono stati accettati cambi di casacca.
Una scelta non gradita dagli elettori che, avendo votato quei candidati nelle liste di supporto al candidato sindaco Gianluca Golia, probabilmente non li avrebbero votati se avessero immaginato un futuro cambio di schieramento, anche perché una città, un governo regionale o nazionale che sia, non può essere guidata solo da una maggioranza tesa a fare valere il suo peso ma da un confronto leale, continuo, coerente e costruttivo tra maggioranza ed opposizione per fare l’interesse dei cittadini.
Ad Aversa, malgrado gli annunci di rinnovamento, non è andata così e adesso tiene in piedi l’amministrazione il cosiddetto “tredicesimo consigliere” che vota con la maggioranza, individuato da tutti come Roberto Romano, candidato sindaco per il MoVimento 5 Stelle, oggi esponente del soggetto politico di “Insieme per il futuro” creato da Luigi Di Maio, diventato nel giro di un mattino “Impegno Civico”. È davvero suo il tredicesimo voto utile per tenere in piedi la maggioranza? Considerando i passaggi di casacca, probabilmente non sarà il voto negativo di Romano ma quello di altri componenti della maggioranza che, eletti tra i candidati presenti nelle liste di supporto ad Alfonso Golia, potrebbero seguire l’esempio di Luisa Motti, inizialmente espressione della “Politica che serve”, passata dalla maggioranza all’opposizione come indipendente, o i consiglieri eletti nella lista del Pd che sono passati all’opposizione pur continuando a definirsi esponenti del Pd.
Questo senza tenere conto di chi, nella maggioranza, si assenta frequentemente alle sedute del Consiglio e di chi si oppone ai progetti della maggioranza per valutazioni personali che, a quanto pare, non vengono condivise dai colleghi di schieramento. Così un siluro capace di affondare l’attuale amministrazione potrebbe arrivare sia da Roberto Romano sia da consiglieri che oggi sono in maggioranza, come già accaduto nel passato recente, ma che non gradiscono completamente le idee del primo cittadino e sono in vigile attesa.