Castel Volturno (Caserta) – di Massimiliano Ive – In qualche foto sbiadita, non so se lo ricordate anche voi, a metà anni ’80, quando dalle spiagge di Palinuro e dalle piazze del Nord Italia stava nascendo la stella di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, i bambini, compresi il sottoscritto, indossavano il cappellino rosso o bianco con la visiera di traverso, avente una grande stella al centro del berretto. – continua sotto –
Era il “cappellino Yo di Jovanotti” e lo si poteva ottenere comprando le merendine. Circa 40 anni fa, nel lontano 1987, Cherubini fu notato da Claudio Cecchetto e iniziò a lavorare per Radio Deejay. Ebbene, ieri sera alla kermesse del Flava Beach, per il Jova Beach Party sono stati intravisti ballare in spiaggia migliaia di persone e anche numerosi bambini che hanno accompagnato i giovani genitori in questa festa della musica in riva al mare. C’erano persino i miei piccoli nipotini. Tanta allegria, gioia di vivere. Molteplici i valori e i pensieri espressi dal cantautore italiano, che si sono diffusi nell’area festante dell’arenile di Castel Volturno, ricadente nel quartiere del Villaggio del Sole.
Alle prime luci di questa domenica cosa resta ora per Castel Volturno dopo due giorni di emozioni forti che hanno destato da quell’atavico torpore in cui è precipitata questa città dopo anni di abbandono e di degrado, divenendo anche set di film che richiamano altro degrado? Qualcuno ha detto che è stata solo un’ulteriore illusione, per altri ancora è stata solo la pura follia di un contesto urbano che non ha più nulla da essere tutelato. In molti si aspettavano orde barbariche di fan di Jovanotti pronti a disseminare carrozzoni di rifiuti sulle sacre spiagge alla foce dei famigerati Regi Lagni, mentre per alcuni è stata solo una baraonda inutile e insensata che solo Castel Volturno poteva offrire.
Ma chi ha vissuto per 37 anni su questo territorio, ha iniziato i suoi primi passi come giornalista corrispondente per Castel Volturno, ed è stato anche presidente della Pro Loco locale, non può essere concorde con questi “Profeti di sventura”, come li avrebbe definiti Papa Giovanni XXIII. Jovanotti e gli organizzatori il loro guadagno lo hanno concretamente fatto, ma hanno regalato a tanti residenti di Castel Volturno un sorriso, una pacca sulla spalla, un’idea di un mondo diverso rispetto alle scene proposte dai film di Gomorra. Già nel 2019 e ancor più forte oggi si sono registrati degli scossoni emotivi, che da soli certamente non possono risolvere il mare di problemi che attanagliano Castel Volturno, ma possono contribuire ad avere una visione del mondo meno tenebrosa e buia. Jovanotti, a differenza di Setola e del nucleo stragista dei Casalesi, ha sparato sul territorio note musicali, valori quali l’amore, la pace, l’amicizia, la solidarietà, la vita, non proiettili. – continua sotto –
Dal 2008 a al 2019 Castel Volturno è sprofondata in un abisso che la cinematografia, giornalisti e scrittori hanno dettagliatamente documentato. Ma c’è un detto, se vuoi conoscere la luce devi conoscere prima le tenebre. L’armonia degli opposti di Eraclito ci suggerisce, pertanto che il Jova Beach Party è un evento che in parte riequilibra il conto, in termini di immagine territoriale, rispetto a quello che ci hanno lasciato una politica fallimentare del territorio, i Casalesi, e gli speculatori edilizi.
Ora cosa bisogna fare? Trasferire questa scarica da elettroshock nelle istituzioni politiche, nella società civile, nel mondo dell’imprenditoria locale per dare alla città quei servizi e quelle strutture, che con l’approvazione di un Puc, diano definitivamente il via libera alla concretizzazione della vocazione turistica del Litorale Domitio. Si parla da anni di Romagna del Sud, ma tale visione si realizza dando degli strumenti alla città per diventare tale. Come necessitano in loco strumenti e progetti seri per la “Gestione in connessione delle riserve” in relazione al tessuto urbano da riqualificare. Le riserve di Castel Volturno non possono continuare ad essere concepite come delle “Monadi”, dei mondi a sé, non connesse con la città, né dal punto di vista economico, né dal punto di vista dei benefici territoriali.
Se si continua a considerare l’uomo solo una minaccia e si blindano solo ideologicamente le aree naturali di Castel Volturno, dopo lo stupro di massa subito, non si potrà mai superare lo shock psicologico della violenza. Persino nell’enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco è sottolineata la necessità del “tutto è connesso” e la dimensione umana non può essere esclusa da un ambientalismo radicale e fondamentalista, dalla sua relazione naturale con la dimensione ambientale. Bisogna trovare il modo di educare, di fare pedagogia del verde, ma per questo ci sono persone ben più preparate del sottoscritto. – continua sotto –
Jovanotti ci lascia in eredità tante riflessioni, tante idee, che per realizzarle occorre un duro lavoro teso al cambiamento. Ma bisogna capire che nessuno regala nulla a Castel Volturno e se i castellani aspettano ancora chi gli porta la 50mila lire o la 100mila lire in tasca, ebbene bisogna dirgli che il mondo è cambiato e il benessere, in quanto bisogna sudarselo con i sacrifici. Cosa farà la classe politica? Poco importa adesso! Chiediamoci cosa possiamo fare noi con il voto fra un anno e soprattutto cerchiamo di scegliere persone con spessore culturale, poco affamate, il più possibile meno ignoranti e ciarlatane, perché negli anni veramente ci siamo fatti del male da soli.