Aversa, il Comune intende confermare stop a piano casa in ex area Texas: ma il Tar ha già deciso

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Tempi ristretti per decidere il futuro dell’area della ex Texas Instruments di Aversa. Entro il 30 settembre, come almeno si ipotizza tra i corridoi del palazzo municipale, il Comune potrebbe ancora decidere di non far realizzare il piano casa regionale che prevede la realizzazione di abitazioni in quella zona. A tal proposito, stamani è stata convocata una seduta del Consiglio in programma il 29 settembre, alle ore 16, in prima convocazione, e il 30 in seconda. – continua sotto –  

Una scelta fatta oltre dieci anni fa dal Comune che, ora, vorrebbe ribadirla nonostante la presenza di un ricorso specifico al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (passato in giudicato) dei proprietari dell’immobile che dà loro ragione. In pratica, il Comune di Aversa aveva deciso di non consentire l’applicazione del piano casa regionale nelle aree a destinazione industriale. Una decisione che ha visto una serie di ricorsi, tra cui quello della società titolare del fondo sul quale insiste la Texas che, occorre ricordarlo, è stata realizzata su progetto dell’architetto Pierluigi Nervi.

Sono in molti a pensare che, oramai, i giochi sono fatti e si è dinanzi ad una situazione irreversibile per la quale quell’area si trasformerà in un grande parco residenziale con buona pace di Nervi e della storia, minima, industriale di Aversa. Nel senso di bloccare questa evenienza l’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia, con l’assessore all’urbanistica e vicesindaco Marco Villano e il dirigente dell’ufficio competente Raffaele Serpico, ha preparato una proposta di delibera da sottoporre al Consiglio comunale per ribadire la destinazione industriale dell’area in questione. Proposta che nella mattinata di ieri è stata discussa in commissione consiliare urbanistica presenti il presidente Mimmo Menale e i consiglieri: Peppe Stabile, Francesco Di Palma, Paolo Santulli, e Vincenzo Angelino. Ad intervenire per primo è stato il capogruppo consiliare del Partito Democratico, Paolo Santulli, che ha dichiarato: «E’ giusto ribadire che ci troviamo di fronte ad una proposta di delibera non modificata. Valutato che, a mio modesto giudizio, si potrebbero avere gli stessi risultati negativi già riscontrati in passato, propongo agli organi deputati di valutare l’opportunità di sottoporre tale argomento a un esperto avvocato amministrativista. Laddove non si riuscisse a perseguire tale indicazione mi riservo di specificare le perplessità nel merito in consiglio comunale».

Sulla stessa scia Stabile e Di Palma. Per cui, al termine della discussione, la commissione ha deciso all’unanimità, «non volendo essere motivo ostativo per un qualsiasi provvedimento che approda nella stessa, ritiene che tale proposta venga ritrasmessa all’assessore, il quale, nella sua autonomia, sia libero di valutare i tempi e i modi per portare questa proposta in consiglio comunale». Il classico cerino è finito, in questo momento, nelle mani del vicesindaco Villano, ma la situazione, come detto, sembra non essere più recuperabile alla luce delle sentenze, più di una, che sono tutte univoche in questa fattispecie. – continua sotto –  

Dall’opposizione Gianluca Golia afferma quanto già più volte dichiarato: «Essendo di un privato credo che qualsiasi idea possa essere alterata. Credo sia necessario un confronto serio con la proprietà, capire la loro idea, mettere sul campo l’idea (sempre se si ha) del comune su come ottimizzare quella zona e cercare, qualora fosse possibile, una mediazione. Noi possiamo avere tutte le idee del mondo, ma quella è un’area privata.  Quindi, la proprietà cercherà (giustamente) di ottenere il massimo». Insomma, la situazione sembrerebbe essere definita e non certamente per come la classe politica cittadina soprattutto passata (almeno a parole, considerato che ha fatto poco o nulla per evitarla) avrebbe volute.

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