Aversa (Caserta) – Negli ultimi decenni tutte le amministrazioni comunali hanno affermato di voler lanciare il turismo ad Aversa poiché, essendo la “città delle cento chiese”, ricca di arte pittorica ed architettonica, e di storia, oltre che città natale di illustri compositori noti in tutto il mondo come Domenico Cimarosa e Niccolò Jommelli, ha la potenzialità di inserirsi nei circuiti turistici nazionali, creando lavoro per tanti, come accade in moltissime città d’arte italiane. – continua sotto –
L’intenzione, tuttavia, è rimasta nel “libro dei sogni” visto che, al di là di manifestazioni organizzate da privati, spesso patrocinate gratuitamente dalle amministrazioni comunali in carica, nulla si è fatto concretamente. Anzi, per quanto riguarda l’aspetto architettonico e storico del nucleo centrale della città, lo stato di abbandono e l’abuso edilizio, in senso lato, l’hanno fatta da padrone.
Diversa è la situazione dell’arte pittorica di cui è ricca Aversa: per la maggior parte dipinti realizzati da pittori di fama mondiale, come quello recentemente attribuito al Guercino, sculture e affreschi che arricchiscono edifici, sono ben chiusi all’interno delle chiese e visibili soltanto su prenotazione o in occasione di celebrazioni religiose, a differenza di quanto accade in qualsiasi città in cui esiste una chiesa con un dipinto più o meno famoso o un edificio storico meritevole di essere visitato da cittadini e turisti.
Un caso emblematico è quello del complesso monumentale di San Francesco delle Monache dov’è possibile ammirare dipinti di grande valore storico e artistico solo durante le celebrazioni, insieme al chiostro che è rimasto intatto dal 1300, solo in occasione di manifestazioni private. Così come è praticamente impossibile ammirare il parlatorio delle monache di clausura dell’ordine delle clarisse che vivevano all’interno del convento, parte integrante del complesso monumentale nato tra il 1230 e il 1235 per essere destinato a donne che dedicavano la loro vita a nostro signore Gesù Cristo. – continua sotto –
Il parlatorio – che fu restaurato gratuitamente alcuni anni or sono, per quanto riguarda gli affreschi esistenti, da un cittadino aversano – è visibile solo su prenotazione, infatti è necessario che ci sia qualcuno che ne apra le porte e che illustri quello che è all’interno. Avendo avuto occasione di incontrare un gruppo di visitatori, essendo aperte le porte, possiamo mostrarvi la bellezza di questo luogo. IN ALTO IL VIDEO