“Oggi non siamo tanto in guerra con l’Ucraina e l’esercito ucraino quanto con l’Occidente collettivo”. Lo ha detto il ministro russo della Difesa Sergey Shoigu, citato dall’agenzia stampa Tass. Il ministro usa la parola “guerra” invece che “operazione speciale” come è stata finora definita l’invasione dell’Ucraina. – continua sotto –
Shoigu sottolinea che l’Ucraina ha quasi esaurito le armi di fabbricazione sovietica e ora usa quelle fornite dai paesi occidentali. “A questo punto siamo veramente in guerra con l’Occidente collettivo, con la Nato o, vice versa, con la Nato e l’Occidente collettivo. – ha affermato – Non ci riferiamo solo alle armi che vengono inviate in grandi quantità. Naturalmente troviamo modi di contrastarle. Abbiamo in mente, i sistemi occidentali esistenti: i sistemi di comunicazione, i sistemi per processare le informazioni, i sistemi di ricognizione e l’intelligence satellitare”.
Qualche ora più tardi, la precisazione del Cremlino: in Russia non è stata presa alcuna decisione sul cambiamento dello status dell’operazione militare speciale e l’imposizione della legge marziale. Interrogato in proposito, dopo che oggi è stata proclamata in Russia una mobilitazione parziale, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ha infatti risposto: “Non è stata presa nessuna decisione a questo riguardo”. Lo scrive l’agenzia stampa russa Tass. – continua sotto –
Putin avvia mobilitazione parziale – Al via da oggi la mobilitazione parziale della Russia. Lo ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso alla tv, sottolineando che “il decreto è già stato firmato”. E’ “necessario proteggere il nostro territorio, il nostro Paese e il nostro popolo. L’Occidente vuole distruggerci”, ha detto il leader del Cremlino. La mobilitazione riguarda “solo i cittadini della riserva militare, quelli che hanno prestato servizio nell’esercito”.
Per Putin “l’obiettivo dell’Occidente, che non vuole la pace in Ucraina, è l’indebolimento e la distruzione della Russia” come già avvenuto con l’Unione Sovietica. Quanto all’attacco all’Ucraina, “gli obiettivi principali dell’operazione speciale rimangono invariati”, una operazione che “era necessaria per combattere i nazisti e liberare il Donbass, oggi quasi completamente liberato”. Putin ha poi ribadito il “sostegno ai popoli” delle quattro regioni che dovrebbero tenere un referendum per l’annessione a Mosca: “La Russia farà di tutto per garantire lo svolgimento dei referendum”.
“Lo ripeto, stiamo parlando solo di una mobilitazione parziale. Ciò significa che solo quei cittadini che sono nelle riserve e soprattutto, coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari ed un’esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione”, ha precisato Putin nel suo discorso, spiegando che “dopo che il regime di Kiev ha respinto una soluzione pacifica al problema del Donbass ed ha fatto la sua rivendicazione sulle armi nucleari, è diventato assolutamente chiaro che una nuova, ampia offensiva nel Donbass, come già accaduto due volte in precedenza, sia inevitabile”. Il presidente russo ha quindi lanciato un minaccioso richiamo sul ricorso alle armi nucleari: “L’Occidente ha superato oltre i limiti dell’aggressione alla Russia. Sono loro a ricattarci sull’uso delle armi atomiche. Ma all’Occidente dico: abbiamo tantissime armi con cui rispondere”. – continua sotto –
“Se l’integrità territoriale del nostro paese è minacciata, per difendere la Russia e il nostro popolo, useremo tutti i mezzi che abbiamo. Questo non è un bluff”, ha continuato il presidente russo, ribadendo con forza che “l’integrità territoriale della nostra patria, la nostra indipendenza e libertà saranno assicurate, con tutti i mezzi che abbiamo”. Accusando l’Occidente di voler “indebolire, dividere e distruggere” la Russia, Putin ha poi puntato il dito contro chi “già dice apertamente che sono riusciti a dividere l’Unione Sovietica nel 1991 e ora è arrivato il momento per la Russia di frantumarsi in una moltitudine di regioni ed aree fatalmente ostili le une alle altre”.
La mobilitazione parziale annunciata da Putin inizia da oggi, scrive l’agenzia stampa Tass, citando il decreto firmato dal presidente russo. Chi verrà mobilitato avrà lo status di militare a contratto e riceverà un salario adatto. Il governo russo ha ricevuto istruzioni per il finanziamento della mobilitazione parziale. Il consiglio dei ministri, continua la Tass, intraprenderà passi “per venire incontro ai bisogni delle forze armate russe, delle altre truppe, formazioni e corpi militari”. I leader regionali devono fornire coscritti nella quantità e i tempi previsti dal ministero della Difesa per ogni territorio. Il decreto consiste in dieci punti, ma il numero sette non è stato pubblicato ufficialmente, riferisce la Tass.
La Russia richiamerà 300mila riservisti. Lo ha detto il ministro della Difesa Shoigu, dopo l’annuncio della “mobilitazione parziale”. Nella ‘operazione speciale’ in Ucraina “la Russia ha perso 5937 persone” mentre i morti da parte ucraina sarebbero circa 61 mila, è intanto il nuovo bilancio fornito dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, citato dall’agenzia Ria Novosti. Le cifre rappresentano il primo aggiornamento dopo settimane di silenzio sulle perdite di Mosca e contrastano con i dati – anche questi non verificabili – forniti da Kiev che parla di circa 55 mila soldati di Mosca uccisi dal 24 febbraio.