Aversa, Capasso: “Grave silenzio della maggioranza su situazione contabile, da non escludere risvolti penali”

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) –  Le parole pronunciate dal sindaco durante la conferenza stampa tenuta lunedì 24 ottobre, riportate in video da Pupia, per chiarire i fatti relativi alla ordinanza della Corte dei Conti – che, secondo l’opposizione, avrebbe messo in dubbio la veridicità dei bilanci presentati dalla sua amministrazione facendo gridare l’opposizione al «falso» – dà occasione all’esponente di “Aversa a Testa Alta” Rosario Capasso, più volte consigliere comunale, di professione avvocato penalista, di commentare in maniera dura quanto affermato dal sindaco Alfonso Golia al fine di chiarire dei punti che, probabilmente per dimenticanza, nel corso della conferenza stampa sarebbero stati omessi e che darebbero un quadro poco rassicurante del futuro finanziario della città di Aversa. – continua sotto –  

«La recente delibera della sezione di controllo per la Campania della Corte dei Conti – scrive l’ex consigliere comunale – ha finalmente diradato la cortina fumogena con la quale il sindaco Golia e la sua amministrazione avevano occultato la reale e disastrosa situazione contabile della città. Le conseguenze di questo omertoso e grave silenzio sono almeno due: una politica e una contabile, se non si considerano gli eventuali effetti penali. Dal punto di vista politico, è inammissibile, e fortemente censurabile, che Golia abbia taciuto le numerose richieste di chiarimenti che, addirittura, a partire dall’aprile del 2022, la Corte dei Conti, nella sua funzione di controllo di legalità e regolarità della gestione finanziaria, aveva indirizzato al Comune, avendo rilevato corpose e motivate irregolarità, criticità e omissioni. Sarebbe stato, infatti, doveroso, da parte sua, renderne partecipe il Consiglio comunale per le gravi conseguenze che ne sarebbero derivare e soprattutto per garantire all’opposizione, anch’essa, tra l’altro, deputata alla funzione di controllo, il sacrosanto diritto di conoscere il reale stato dei conti pubblici e di proporre gli eventuali rimedi da approvare. Questo strumentale e inquietante silenzio di una “maggioranza arcobaleno” ormai impegnata solo a sopravvivere offende e colpisce, ancora una volta, gli aversani, perché un eventuale dissesto o pre-dissesto, al di là dei possibili rimedi costruiti su “trucchetti” contabili, si riverbera, alla fine, sempre sulle loro tasche».

«Dal punto di vista contabile, – continua Capasso – la Corte dei Conti ha messo a nudo le propagandate ma inesistenti trasparenza, regolarità, correttezza dei conti pubblici dell’amministrazione Golia.  E, sostanzialmente, ha anche evidenziato una poco professionale gestione degli stessi, proprio alla luce degli insufficienti e spesso generici chiarimenti forniti alle numerose richieste della Corte, compresi quelli offerti nell’udienza pubblica svoltasi il 18 ottobre 2022; un appuntamento sul quale i sedicenti paladini della loro malintesa trasparenza avevano fatto calare il più assoluto e connivente silenzio. In un video il sindaco Golia, da provetto imbonitore, ha cercato di “tranquillizzare” gli aversani, affermando che i “suoi” bilanci non hanno mai violato una norma penale e che sono trasparenti così come è trasparente il patto che ha stipulato con gli aversani”. A commento di queste affermazioni “avventurose” e politicamente spudorate, è sufficiente riportare il dispositivo della deliberazione della Corte dei Conti, la quale ha testualmente ordinato all’Amministrazione di “porre in essere, entro 60 giorni dalla comunicazione del deposito della delibera di accertamento, le misure correttive sul ciclo di bilancio, necessarie a superare le criticità e a comunicarle a questa Sezione, provvedendo, tra l’altro, alla riapprovazione, con deliberazione consiliare, del prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione per l’esercizio 2020».

«Quanto al sedicente “patto con gli aversani”, o con gli “stranieri”, evocato da Golia con involontaria ironia, c’è da ricordare che egli, quel patto, lo ha vergognosamente violato poco dopo la sua elezione, quando, sfiduciato dai suoi stessi compagni di partito, reclutò consiglieri che aveva più volte contrastato e attaccato e contro i quali si era frontalmente schierato in campagna elettorale; stipulò patti e imbarcò nella sua “ciurma” chi si era candidato contro di lui come sindaco». «Quanto alla violazione di norme penali, ci sarebbe molto da discutere, ma – conclude Capasso – certamente non è questa la sede idonea. Sono però sicuro che lo farà sicuramente l’opposizione quando il Consiglio comunale, così come ordinato dalla Corte, sarà chiamato ad approvare il prospetto dimostrativo per l’esercizio 2020. In quella sede sarà doveroso, da parte di chi spetta, trasmettere il verbale della discussione all’autorità competente».

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