Aversa (Caserta) – Il 24 ottobre 2021 su queste colonne pubblicammo una dichiarazione dell’assessore alle Politiche sociali, Luigi Di Santo, che, dopo una seduta del Consiglio Comunale, si diceva “felice per la concretizzazione del regolamento sul disability manager”. “Dopo un iter abbastanza faticoso – affermava l’assessore – è giunto all’esame del consiglio comunale il regolamento sul disability manager cittadino. Un argomento importante che consente di inserire questa figura nelle politiche sociali della città”. – continua sotto –
La presenza di questa figura professionale istituzionale, preannunciata nel 2009 ma nata nel 2015 nella fase di rinnovamento del Jobs Act con il Decreto Legislativo 151/2015, come indica la legge, avrebbe consentito non solo di raccogliere le istanze dei cittadini disabili e delle loro famiglie, di attivare il lavoro in rete di tutti gli enti e i soggetti coinvolti, di veicolare i bisogni delle persone disabili verso i servizi esistenti, di mettere in atto ogni azione volta a favorire l’accessibilità, urbanistica, evitando ogni forma di discriminazione ma anche, come sottolineava Di Santo, di accedere a finanziamenti nazionali per il settore, soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche, ancora esistenti in città malgrado la legge 13 del 1989 che lo imponeva. “Dopo il passaggio in Consiglio comunale, ci sarà – ricordava l’assessore – un avviso pubblico che ci permetterà di individuare questa figura”.
Per la cronaca, l’incarico di disability manager ha durata di due anni, rinnovabile una sola volta, e viene svolto a titolo completamente gratuito, anche se sull’aspetto della gratuità ci sono state contestazioni da parte delle associazioni del settore, perché per l’impegno richiesto la persona incaricata di questa nuova figura istituzionale che deve impiegare le sue energie in un’attività, praticamente, a tempo pieno dovrebbe essere compensata adeguatamente.
Al di là di questo aspetto particolare che dovrebbe essere affrontato dall’amministrazione comunale, c’è il dato di fatto che, ad un anno di distanza, tutte queste belle intenzioni sono rimaste sulla carta e nulla è stato fatto per attivare la nuova figura istituzionale che in altre città, come ad esempio Torino, Taranto, Motta di Livenza, un comune di circa 10mila e 500 abitanti in provincia di Treviso, esiste già da tempo. Ad Aversa, dove gli abitanti sono oltre 50mila e in proporzione i problemi dei disabili numericamente sono di certo maggiori di quelli presenti a Motta di Livenza, il disability manager non c’è, almeno per il momento.