Un nuovo anello si è venuto ad aggiungere alla collana degli studi storici-urbanistici di Salvatore Costanzo sull’antica cartografia di Terra di Lavoro (e più estesamente della Campania), determinando un singolare arricchimento dei registri linguistici e dei repertori figurativi nel Mezzogiorno d’Italia. Parliamo dell’ultimo volume dedicato a “Marcianise e la cartografia storica sulla scena europea (1558-1961)” (Edizione Giannini, Napoli 2022). L’opera rappresenta una finestra sull’antico Regno di Napoli che, attraverso un variegato corpus illustrativo, analizza l’evoluzione di Marcianise e dei suoi contorni territoriali insieme ad importanti aspetti identitari e culturali dei luoghi e delle loro dinamiche trasformative nel tempo. – continua sotto –
Notevole nel saggio il quadro d’insieme del secondo Cinquecento, per il quale va sottolineato la prima rappresentazione cartografica che riporta la denominazione “Marcianese” con le località di Loriano e Trentola, riscontrabili in una mappa di Pirro Ligorio del 1558, edita a Roma, approfondita di recente dal prof. Costanzo attraverso una ricerca meticolosa. Questa incisione si conferma un prezioso documento per la valenza del suo campo geografico in prossimità del fiume Clanio, e racchiude numerose discipline ancora da approfondire, sulle quali si prospettano nuovi studi per la conoscenza archeologica dei luoghi.
Il libro esplora opere di una rilevante cerchia di cartografi nazionali e di ambito napoletano, insieme ad artefici e protagonisti di vari indirizzi di scuole europee che dedicarono il loro interesse a molteplici realtà territoriali del Meridione, lasciando nelle rappresentazioni di Marcianise segni pregevoli. Indicazioni della città emergono in un gruppo di opere prodotte da scienziati ed artisti olandesi, tra cui merita ricordare Hondius, Vemden, Jensson, Keulen, ed ancora Valck, Schenk, Danckerts, Visscher; mentre sul finire del “secolo d’oro”, degni di rilievo sono i lavori di Bulifon, De Silva e Albrizzi.
Notevole lo studio dedicato alla conoscenza illustrativa del Settecento, in cui va sottolineata la specifica attenzione che caratterizza il rapporto tra testo e cartografia, che risulta sempre molto stretto. Nel solco della tradizione di questo secolo, sono presenti notevolissimi incisori (come De Rossi e Graevius) che riportano nei loro lavori i toponimi “Marcianisi”, e talvolta “Tretola” e “Lariano” (che sostituisce Loriano). Ampie considerazioni sono riservate al periodo centrale dell’Ottocento attraverso gli elaborati di Marzolla, De Salvatori, Maggi, Valmagini, Bartoli, e quelli di Zuccagni Orlandini, De Sanctis, Arrowsmith, Bifezzi, Mitchel. – continua sotto –
Un cenno a parte merita lo scenario locale della prima stagione del Novecento, la cui disamina si sofferma sulla valenza dei rilievi planimetrici del Memma (Inventario dei fondi rustici e urbani della Congregazione di Carità di Marcianise 1907-1909), mentre a concludere lo spaccato d’insieme del volume sono le tavole del Piano Regolatore Generale della città, progetto redatto dal Beguinot nel 1957 (approvato nel 1961), che ancora oggi offre singolari spunti di riflessione in materia di pianificazione del territorio.
E chiudiamo ricordando una serie di contributi raccolti nelle pagine iniziali dell’opera, a firma di Antonello Velardi (già Sindaco di Marcianise), Aldo Maria Pagella (Presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Vanvitelli” di Caserta), Gianni Di Dio (Fondatore di Marcianise-Digest), Giuseppe Diana (Storico e saggista) che ha curato la prefazione.