Aversa (Caserta) – La Storia che blocca la Giustizia. Il ritrovamento di un arco di età borbonica costringe allo stop la realizzazione di cinque aule bunker a servizio del Tribunale di Napoli Nord in quella che una volta era l’area agricola dello storico ospedale psichiatrico giudiziario “Filippo Saporito” ed oggi si avvia, tra mille difficoltà, soprattutto burocratiche, a diventare una sorta di “cittadella della giustizia” con tanto di carcere a basso impatto presente nel cuore della città, a pochi passi dal tribunale e dalla procura, ma non utilizzabile, tanto che, ancora oggi, si vive la situazione surreale di detenuti in attesa di processo ad Aversa che vengono dirottati a Napoli o a Santa Maria Capua Vetere dove magistrati e avvocati si devono spostare per gli interrogatori. – continua sotto –
Stessa cosa per quanto riguarda le aule penali dove celebrare processi con un numero di imputati superiori a 10. Anche qui le trasferte in altri circondari sono obbligate. Quando, miracolosamente, dopo quasi un decennio dall’istituzione del Tribunale di Napoli Nord, si erano avviati i lavori per la realizzazione delle aule, imprescindibili per il buon funzionamento del settore penale dell’importante ufficio giudiziario aversano, soprattutto e non solo per il valore altamente simbolico in un territorio piagato dalle malefatte della malavita organizzata, arriva l’ennesimo stop. Il ritrovamento di un arco (quasi certamente di un arco di fondamenta) ha portato la ditta esecutrice a bloccare i lavori e a segnalare il tutto alla Soprintendenza ai Beni Culturali che, ora, dovrebbe decidere sul se e come far continuare i lavori per la realizzazione delle aule giudiziarie. L’impressione è che si sia di fronte ad un rudere, piuttosto che ad una testimonianza storica, ma la risposta dovrà venire dalla Soprintendenza.
Piuttosto deluso il presidente del Tribunale aversano Pierluigi Picardi: «Finalmente a 8 anni dell’assegnazione di un edificio denominato “ex cavallerizza” al Tribunale di Napoli Nord al fine di costruire 5 aule di cui una bunker, erano finalmente iniziati i lavori. Nel corso dello scavo è stato rinvenuto un arco sembra di età borbonica e i lavori sono stati sospesi in attesa delle determinazioni della Soprintendenza che, sollecitata, al momento non risponde». «Il problema – ha continuato il magistrato – non è solo dei giudici ma soprattutto dei cittadini. Così facendo, perpetuiamo una sorta di furto di giustizia ai danni dei cittadini, oggi abbiamo 25mila processi pendenti e, una circostanza che conferma quanto affermato, i primi processi con imputati a piede libero sono stati fissati per il dicembre del 2026, ossia più di due anni. Questo significa negare la Giustizia».
«È l’ennesima dimostrazione di quello che vado ripetendo da 8 anni. Urge una conferenza dei servizi permanenti tra Ministero della Giustizia, Presidenza del Tribunale, Avvocatura e tutte le rappresentanze dei vari Enti coinvolti, secondo il motto del “chi fa che cosa” e con un preciso cronoprogramma», afferma, da parte sua, il presidente della Camera Penale, l’avvocato Felice Belluomo, che chiama alla raccolta gli avvocati del circondario quando continua affermando: «Non è possibile che, in assenza di una vera ed effettiva programmazione, la politica da una parte scelga il Tribunale di Napoli Nord come realtà pilota della digitalizzazione e poi lasci simbolicamente all’ufficio Tiap del Tribunale penale un solo impiegato (dicasi uno) a fronte di una media di 25mila processi annui. Non è possibile che il cartello “ingresso aula bunker”, a distanza di 8 anni, sia ancora lì mancando completamente ogni investimento e programmazione seria su spazi e risorse. Noi siamo pronti a scendere in piazza». – continua sotto –
Il Tribunale di Napoli Nord nasce nel settembre del 2013. Nel dicembre successivo viene assegnata un’area per la realizzazione di cinque aule, tra cui, una bunker. Da allora, solo nella scorsa primavera, sono stati avviati i lavori stoppati quasi subito dal ritrovamento.