Il governo ha prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa. Dal primo novembre stop all’obbligo vaccinale anti Covid per i medici e le professioni sanitarie. Il decreto unico approvato dal Consiglio dei ministri contiene anche misure sui rave e il carcere ostativo, oltre al rinvio al 30 dicembre dell’attuazione della riforma Cartabia. Via libera alla lista di sottosegretari e viceministri. – continua sotto –
Le misure approvate sono state illustrate in conferenza stampa dal premier Giorgia Meloni, insieme ai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Giustizia Carlo Nordio e della Salute Orazio Schillaci. Venerdì dovrebbe tenersi un nuovo Consiglio dei ministri, per la nomina dei viceministri. Nello stesso giorno viceministri e sottosegretari dovrebbero prestare giuramento.
Schillaci: “Stop obbligo vaccino, quadro mutato e carenza medici” – “È anticipata al 1 novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione Covid. Questo perché il quadro epidemiologico è mutato, in particolare dai dati si vede che impatto su ospedali è limitato e c’è diminuzione contagi e stabilizzazione occupazione ospedali”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci in conferenza stampa dopo il Cdm. “A ciò si aggiunge la carenza del personale medico: quindi aver rimesso a lavorare questi medici non vaccinati serve a contrastare la carenza e garantire il diritto alla salute”.
“Mai pensato di non prorogare mascherine” – “Ringrazio i medici che si sono prodigati contro il Covid e stamane ho firmato l’ordinanza che proroga l’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie non solo contro il Covid ma anche per l’approssimarsi della stagione influenzale. Mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione, che è condivisa anche con il primo ministro”, ha spiegato Schillaci. “La salute pubblica non è un problema ideologico e burocratico ma bisogna avere un approccio sereno e scientifico”, ha detto ancora il ministro della Salute. – continua sotto –
“Su quarantena c’è confronto con esperti” – Rispetto alla eventuale riduzione della quarantena, attualmente di 5 giorni, per i soggetti positivi al Covid, “stiamo lavorando e oggi abbiamo avuto le prime riunioni scientifiche con Istituto superiore di sanità, Aifa ed esperti. Vediamo l’evoluzione del quadro epidemiologico e ogni decisione verrà presa solo nell’interesse dei pazienti”, ha detto ancora Schillaci.
“Dati bollettino non secretati, aperti ad autorità” – “Se ci saranno nuove varianti siamo pronti a intervenire. Quanto al bollettino dei dati sul Covid, i dati sono raccolti tutti i giorni ma avere una stima settimanale dà un quadro diverso. I dati non sono secretati e sono a disposizione delle autorità competenti”, ha concluso Schillaci.
Piantedosi: “Confidiamo norma sia deterrente per stop rave” – “Confidiamo, come avviene in altri Paesi e in altri settori, che la norma, una volta introdotta, possa essere un elemento di deterrenza per questi eventi”, ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sottolineando che la pena per chi “organizza” un rave varia da 3 a 6 anni. Inoltre, ha aggiunto il titolare del Viminale, “confidiamo molto nella sanzione accessoria della confisca dei mezzi che vengono utilizzati” nei party. – continua sotto –
“Italia vulnerabile ai rave” – A una stretta sui rave party “ci stavano già lavorando – ha aggiunto Piantedosi -. I requisiti di necessità e urgenza nascono dal fatto che l’assenza di una normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come testimonia la cronaca degli ultimi anni”.
Nordio: “Su ergastolo ostativo accolte indicazioni Consulta” – Sull’ergastolo ostativo “abbiamo accolto l’indicazione della Consulta”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri, spiegando che “la norma non compromette la sicurezza e la certezza della pena. “Si tratta di adeguarci alle indicazioni della Corte, e anche di recepire l’indicazione data dal precedente Parlamento che aveva proposto questa modifica”.
“Su Cartabia ascoltato grido di dolore magistrati” – Abbiamo “accolto il grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell’applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione”, ha evidenziato ancora il ministro Nordio.
Anm: “Governo ci ha ascoltato, ci saranno norme transitorie” – “Il ministro della Giustizia e l’intero governo hanno fortunatamente dato ascolto alle indicazioni della magistratura associata” sull'”opportunità di una disciplina transitoria per importanti settori della recente riforma del processo penale”. Il rinvio dell’entrata in vigore “si pone infatti come passaggio necessario alla definizione della disciplina transitoria e – questione di non minore rilievo – al riassetto organizzativo degli uffici giudiziari”. È quanto dichiara in una nota il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia.