Aversa (Caserta) – La querelle sulle maggioranze necessarie per approvare le prescrizioni dettate dalla Corte dei Conti miete la prima “vittima”. Il segretario generale del Comune di Aversa, Salvatore Capoluongo, lascia l’incarico dopo appena venti giorni per far ritorno alla vicina Lusciano dalla cui casa comunale era partito per giungere a piazza Municipio. – continua sotto –
Una questione dalla quale è stato letteralmente investito da un quesito del presidente del Consiglio comunale, Carmine Palmiero, dopo che la consigliera comunale Dem Eugenia D’Angelo aveva ufficialmente diffuso una nota nella quale si evidenziava la necessità di una maggioranza qualificata per tenere il consiglio comunale, così come prevede lo statuto della città normanna, tenuto conto che si verte in materia di bilancio.
Il segretario, prima di andare via, sottolineando che si tratta di un parere che, come tale, può essere disatteso dalle istituzioni coinvolte. Secondo Capoluongo, i termini non sono affatto quelli straordinari previsti per approvazione di bilancio e consuntivo, ma quelli ordinari. Un parere che, da modesto cultore del diritto, mi lascia perplesso. Non c’è dubbio, infatti, che si va a riapprovare un bilancio e due consuntivi già approvati in precedenza, ma questi ultimi vengono snaturati, tanto che si potrebbe giungere addirittura al dissesto e che, comunque, si va ad incidere sui conti del Comune di Aversa. Da qui, a modesto parere dello scrivente, della necessità di una maggioranza qualificata. A questo punto, basterà che il sindaco Alfonso Golia si presenti in aula insieme a dodici consiglieri comunali per abbattere qualsiasi dubbio.
Palmiero aveva, infatti, inviato a Capoluongo una “richiesta di parere tecnico/amministrativo sulle modalità di svolgimento del Consiglio comunale e sul quorum funzionale”. “Vista la trasmissione delle delibere da sottoporre al Consiglio comunale, trasmesse con nota prot. 0054760 del 31 ottobre 2022, – continuava – richiede parere formale sulle modalità di svolgimento del Consiglio comunale. In particolare, si chiede se trattasi di un Consiglio comunale Ordinario o Straordinario, in forza delle norme regolamentari vigenti, e quale sia la tempistica della messa a disposizione degli atti per i Consiglieri comunali”. “Si richiede, inoltre, – continua la nota di Palmiero – di indicare quale sia il quorum affinché la seduta di Consiglio possa ritenersi valida sia in prima che in seconda convocazione e quale sia la maggioranza da tenere in considerazione perché le deliberazioni si intendano approvate”. – continua sotto –
Una presa di posizione che ha portato il sindaco a scagliarsi letteralmente contro il suo ex amico: «Siamo in tredici», per poi continuare: «Io faccio il sindaco, sul rispetto dei regolamenti, sulle modalità di convocazione, sui numeri necessari, sui giorni di messa a disposizione dovrebbe esprimersi il presidente del Consiglio. Non mi meraviglio, però, che lunedì mattina nella conferenza dei capigruppo il presidente del Consiglio sia arrivato impreparato, senza sapere cosa fare, a tal punto che, da quanto mi è dato sapere, ha rimandato la convocazione ad una successiva conferenza facendo perdere altri giorni all’amministrazione per adempiere a parte delle prescrizioni e all’adozione della delibera per il riequilibrio pluriennale. Si rimanda ad un parere del segretario comunale. Ma, dico io, poiché mi aveva anche già espresso dubbi su questo punto in modo informale, non poteva provvedere prima? E comunque, nelle more di ricevere questo famoso parere su come organizzare i lavori, quindi facendosi di fatto commissariare, non poteva già mettere a disposizione dei consiglieri comunali la documentazione?».
Insomma, un vero atto di accusa contro Carmine Palmiero, ma continua: «A me sembra che il presidente del Consiglio stia rallentando le attività consiliari mettendo a rischio non la tenuta della maggioranza, bensì il futuro della città, poiché il termine dei 60 giorni perentorio resta, ed ogni giorno perso è un giorno in meno per poter adempiere a quanto prescritto dalla Corte».
Intanto, Golia ha già provveduto a sostituire Capoluongo con Giovanni Schiano, attualmente impegnato presso il comune di Pozzuoli. A lui spetterà trovare l’antidoto a questa polpetta avvelenata arrivata dalla Corte dei Conti.